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Casa Giuliano, detta Loggia dei Mercanti, o casa Sacco

L'edificio ha un aspetto unitario. A questo concorrono più elementi: i cinque archi ogivali del portico, uguali, sulla via Cavour; le due fasce marcapiano che corrono sulle stesse facciate e su parte di quelle laterali; un intonaco su tutto l'edificio.
Al contrario dei palazzi sopra descritti, questo non sembra originato dalla fusione di cellule preesistenti. Ha uno schema planimetrico ordinato. Al pari di altre residenze rappresentative ha sviluppato verso il cortile un porticato con funzioni di supporto alle attività commerciali che si sviluppano al piano terreno (botteghe e mercato) sotto i portici e sulla strada. Non si hanno sufficienti indizi per dire se questo portico risalga alla stessa epoca del palazzo, o come in altri casi sia stato accostato solo in seguito.
Una ipotesi possibile è che questo porticato singolarmente ampio costituisca l'ala del mercato destinato alle granaglie. Il mercato delle granaglie era nei comuni piemontesi sempre coperto e in posizione vicina alle piazze del mercato principale. Può quindi essere che questa casa si sia sviluppata sul preesistente mercato coperto delle granaglie o che sia nato con questa specifica funzione. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che ancora a fine Settecento l'area di questo edificio era destinata al commercio dei cereali.
Molto interessante è il fenomeno di parziale occupazione di suolo pubblico avvenuto nel portico anteriore. Esso era molto più ampio dell'attuale, poi, intorno alla metà del secolo XVIII, fu in parte occupato dalle botteghe che avanzarono per poco meno della metà della sua ampiezza. L'ampliamento delle botteghe verso la via Cavour aveva due scopi: l'aumento della superficie commerciale chiusa, rimediare ai cedimenti strutturali delle volte a crociere, molto ampie, del porticato.
Come si può vedere sui documenti conservati dall'Archivio di Stato di Torino (Archivio di Stato di Torino, sezione 1^, Paesi per A e per B, Alba, mazzo 7, n° 24, 1767) Carlo Giovino, bottegaio, chiede di restringere il portico di casa sua. Il tipo allegato a questa domanda mostra il portico non ancora completamente occupato e due pali di sostegno all'arco occidentale del portico stesso. Inoltre, sempre per questi cedimenti strutturali, erano già stati addossati dei rinforzi laterali in muratura (con profilo a scarpa) ai pilastri del portico, onde meglio contenere le spinte della volta a crociera.
Gli orizzontamenti dell'edificio, tranne quello del portico, sono stati sostituiti in epoca barocca. Sono costituiti da volte a fascioni incrociati al piano terreno e al primo.
Le aperture dell'edificio, finestre e porte-finestre, sono di epoca recente.
La fascia marcapiano che divide il piano terreno dal primo è di gusto rinascimentale. E' realizzato con quattro tipi di elementi stampati, che formano quattro fasce sovrapposte di mattonelle, affiancate l'una alle altre.
Il fregio è alto cm. 75 circa ed è stato interrotto in tre punti dall'apertura delle porte-finestre sui balconi e la forma degli archetti consente di affermare che la casa appartiene probabilmente al secolo XV. La facciata era in mattone faccia a vista.
Lo schema planimetrico è stato notevolmente alterato da successive sovrapposizioni, in particolare sul lato cortile.
Di epoca recente è la balconata verso il cortile, mentre le scale, anch'esse appoggiate al retro del palazzo, sono antiche (volte a botte rampante e crociera), anche se forse non come l'edificio.
Nell'insieme riprende lo schema di altre case signorili albesi: costruzione di una cellula gotica di discreto o buon livello rappresentativo legata a pertinenza di tipo quasi agricolo; costruzione nelle pertinenze agricole di fabbricati rurali, stalle e simili; trasformazione di queste ultime in residenze quando la pressione demografica lo rese necessario (soprattutto nell'Ottocento); trasformazione in botteghe del piano terreno; sovrapposizioni edilizie alla facciata verso il cortile.
Nel corso del 2003 - 2004 è in atto una profonda ristrutturazione e un restauro conservativo delle facciate.

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