Erbario - ginepro
Pianta di portamento molto variabile, perchè nelle vallate e nelle pianure, assume l'aspetto di un alberetto di 5-6 m di altezza, sui pendii dei colli e dei monti, si presenta come un arbusto cespuglioso alto m 1-1,50, mentre nei pascoli e sulle rupi di alta montagna, dove raggiunge anche quote prossime a 3500 m s. m., vegeta aderente al suolo, con portamento strisciante, con foglie meno rigide e poco pungenti, lunghe 4-8 mm, applicato-embriciate agli assi in verticilli ravvicinati. Nei primi due casi la chioma è piramidale, con rami inferiori penduli, superiori patenti, tutti fragili e terminati da ramoscelli fogliferi ottusamente triquetri. Le foglie sono verticillate tre a tre, lineari, sessili, rigide, mucronate, persistenti, di colore verde glauco, fatta eccezione per un solco bianchiccio sulla faccia ventrale, che corrisponde alla carena ottusa del dorso fogliare. Per quanto riguarda la loro disposizione esse sono patenti nella parte inferiore dei rami e si fanno erette ed anche appressate procedendo verso l'apice. Le infiorescenze del ginepro sono monoiche, situate all'ascella delle foglie; le maschili costituite da amenti globosi con stami disposti due a due o tre a tre e muniti ciascuno di 3-6 logge polliniche distinte, globose, deiscenti per il lungo. Il polline è sferico. Le infiorescenze femminili constano di un asse che porta squame disposte due a due o tre a tre come gli stami, alla base delle quali stanno uno o due e nella parte superiore della infiorescenza, anche nessun ovulo. I falsi frutti (galbuli, erroneamente detti bacche di ginepro) sono costituiti dal saldarsi fra di loro delle squame dell'amento femminile, diventate carnose colla maturità. Essi maturano nel secondo anno e contengono tre semi, rivestiti da un guscio molto duro, ovoidi o trigoni.
Bibliografia
Estratto da Giovanni Negri, ERBARIO FIGURATIVO, Ed. Hoepli, 1943