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Erbario - pere e rosmarino

Pyrus communis L. - fam. Rosacee.

Coltivato, come il melo, per i suoi frutti (pere), che, maturi, sono dolciastri, gradevoli, e che si mangiano cotti o crudi.

Questi frutti sono leggermente temperanti, un po' lassativi e calmanti il calore interno. I più dolci, cotti con lo zuccaro, si consigliano ai convalescenti, perché nutritivi, di facile digestione e graditi al palato, finché non sono in grado di ricevere cibi più solidi. Contengono tracce di ferro e di iodio e fosforo, perfettamente assimilabili; quindi, convengono, come le mele, assai bene a chi lavora molto col cervello. Sono anche pettorali, e addolcenti; si preparano con le pere decotti e sciroppi per la tosse e per facilitare l'espettorazione.

La scorza del pero (tronco e rami) è stata vantata contro le febbri intermittenti (50-60 gram. per 1 litro di acqua); e per essere astringente, si preparano anche decotti per lavande in tutti quei casi, in cui si richiedono astringenti. Il frutto si può conservare per l'inverno, seccato al forno, o confettato nello zuccaro. Nel resto si può usare in tutto, come il melo. Secondo il Dupuy, tutte le parti del pero sono state raccomandate contro l'avvelenamento dei funghi.

**La Pera Madernassa è una delle poche varietà di pero di cui è dimostrabile l’autoctonia nel cuneese. La pianta originaria nacque infatti da un seme di libera impollinazione (forse si originò da un seme di Martin Sec) in un appezzamento della Cascina Gavello della Borgata Madernassa, che sorge su una collina esposta a levante tra i paesi di Guarene e Castagnito in una frazione di Vezza d’Alba. La cultivar ha dunque assunto il nome del toponimo: Madernassa. La data di nascita si può stabilire con buona approssimazione, se si pensa che la pianta madre fu abbattuta nel 1914, quando aveva circa 130 anni. Quando cominciò a portare i primi frutti, il proprietario poté apprezzarne la bontà e non appena l’albero si dimostrò rustico e vigoroso, provvide a propagarla sovrainnestandola su alcuni peri. Ben presto i pregi colturali e qualitativi della varietà furono conosciuti dai vicini che iniziarono a coltivarla nei loro poderi e così a poco a poco si estese in tutto il territorio cuneese. In un primo tempo la varietà fu conosciuta con il nome di Gavello. Fin dall’800 veniva commercializzata in tutta Europa per il suo intenso sapore e per la predisposizione come pera da cuocere, caratteristiche gradite, in particolare, ai mercati inglesi e tedeschi.

**Info su Unione Montana Valle Grana

Rosmarino (Fam. Labiate) - Rosmarinus officinalis L.

È un arbusto rustico delle terre leggere, piuttosto secche, perciò va piantato di preferenza nei luoghi ben assolati, caldi e scoperti. Ha foglie lineari, lanceolate; fiori raccolti in spicastri terminali di color bianco azzurro. Parti utilizzate - Sommità fiorite che contengono pineme, canfeme, cineolo, canfora e sorneolo.

Proprietà terapeutica. - Stomachica, antispasmodica, stimolante.

Coltivazione. - Si moltiplica per seme, per talea e per propaggine.

La semina in semenzaio si fa in marzo; le piccole piante si mettono in piena terra quando sono sufficientemente sviluppate. La moltiplicazione per talee si fa in serra calda. Lo sradicamento avviene dopo tre settimane circa, dopo che le barbatelle hanno buone radici ed hanno acquistato vigore. La propaggine si fa con rami più vicini a terra. Lo sradicamento si fa dopo tre o quattro settimane. Quest'ultimo modo di moltiplicazione è meno pratico dei due precedenti e non è raccomandabile che per ottenere qualche pianta.

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