Erbario - Luppolo
Humulus Lupulus L. - Luppolo, Orticacci
Pianta erbacea, perenne, lianosa, con radice tortuosa e caule volubile, sinistrorso, striato, angoloso, fistoloso, ruvido per sottili aculei, ramoso e talora molto allungato. Foglie opposte con due stipole lineari acute, verdi, ciliate e rovesciate in basso e picciuolo allungato e scabro; lembo ampio. cordato alla base, di contorno ovato acuminato, scabro su entrambe le pagine, ciliato sulle nervature della pagina superiore, talora intero, ma per lo più diviso in 3 o 5 lobi con margini dentati e dentature mucronulate. Fiori dioici; i maschili raccolti in pannocchia ramosa, pedunculati ed accompagnati da brattee lanceolato-lineari, ciliate, membranose, uninervie, con perigonio verde suddiviso fino alla base in 5 lacinie ellittiche, ciliate; androceo di 5 stami, con filamenti molto brevi, inseriti alla base dei lembi perigoniali, ed antere allungate, biloculari, deiscenti lateralmente, col connettivo interposto prolungato in una piccola punta. Fiori femminili raccolti in amenti ricordanti, per le grandi brattee embriciate, gli strobili delle conifere, peduncolati, solitari od anche riuniti in parecchi su peduncoli ramificati; i singoli fiori stanno appaiati all'ascella delle brattee accennate, che sono ovato oblunghe, membranose, verdi pallide, concave verso l'interno, pelose sulla faccia esterna e non accrescenti, nè modificate sensibilmente durante la maturazione del frutto, ciò che invece avviene per una bratteola membranosa ed arrotondata che accompagna direttamente il fiore. Perigonio membranoso, campanulato e ricoprente sino a metà l'ovario, che è ovoide subcompresso, uniloculare, uniovulato e sormontato da due stimmi che si prolungano sino a sporgere dalla brattea comune ad ogni coppia di fiori.
Frutti ad achenio, appaiati all'ascella di ognuna delle brattee infiorescenziali descritte, abbracciati alla base dalle bratteole che, a maturità, sono ingrandite, ovato ottuse, multinervie e riccamente provviste di ghiandole resinifere ed inoltre rivestiti dal perigonio persistente, che è pure ricoperto di ghiandole giallognole, analoghe a quelle delle brattee. Il frutto contiene un seme a spermoderma membranoso. Comunissimo nelle siepi e nei luoghi selvatici dell'Italia continentale ed insulare, ma più abbondante al nord. Fiorisce in estate.
Si usano in farmacia, tanto le infruttescenze strobiliformi del luppolo, raccolte in settembre e seccate al sole od in forni speciali; quanto il luppolino, droga costituita dalle ghiandole giallastre che rivestono il perigonio e le brattee dei fiori femminili e che, ottenuto collo sbattimento degli strobili a secco, si presenta come una polvere giallo aranciata e col tempo bruna, granulosa, appiccicaticcia, di odore aromatico caratteristico, di sapore amaro gradevole; proiettata sopra una fiamma essa brucia scoppiettando come il licopodio (conservare in vasi di vetro ben chiusi, al riparo dalla luce, e rinnovare ogni anno).
Gli strobili di luppolo sono stati molto usati, come sedativo dell'angoscia nervosa e come anafrodisiaco sotto forma di infuso caldo (1-2 cucchiaini da tè per tazza, una tazza la sera prima di coricarsi), ed anche di tintura (x-xx gocce tre volte al giorno). Anche nelle forme nervose gastriche si potrebbe con questo rimedio vincere l'ipersensibilità riflessa dell'organo e nello stesso tempo tonificarne la funzione muscolare e stimolarne la secrezione ghiandolare.
Più efficace sembrerebbe per l'impiego diretto del luppolino, che contiene luppolina (10,3 : 100), sostanza amara caratteristica non azotata, acido luppolinico, resina di luppolo (55 : 100), olio essenziale (3 : 100), sostanze tanniche, ecc. Le dosi sono di gr 0,5-1 per la polvere e xx-xxX gocce per la tintura (Medicamenta). Sembra tuttavia, in base a ricerche recenti eseguite sull'uomo sano (raggiungendo anche dosi di 30 gr di luppolino al giorno), che, se la funzione tonico-amara e stomachica che esso esercita in piccole dosi e che viene anche utilizzata coll’aggiunta del luppolo alla formula delle varie specie di birra, è incontestabile, l'azione calmante specialmente nei riguardi dell’eccitazione sessuale, sia piuttosto incerta ed in ogni modo meno efficace di quella ottenuta mediante altri preparati suggeriti dalle ricerche farmacologiche moderne. Il luppolino, deve in ogni caso, essere conservato in vasi di vetro ben chiusi, all'asciutto, al riparo dalla luce e rinnovato ogni anno.
Bibliografia
Estratto da Giovanni Negri, ERBARIO FIGURATIVO, Ed. Hoepli, 1943