PAVESE Cesare
1908 - 1950 Scrittore
Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo il 9 settembre 1908, quello di essere nato a Santo Stefano Belbo, Pavese lo chiamava un destino, perché la famiglia abitava da tempo a Torino e tornava soltanto d'estate per un periodo di campagna; la famiglia si era trasferita a Torino da Santo Stefano Belbo in quanto il padre era impiegato presso il Tribunale della città. Prima di Cesare i suoi genitori avevano già avuto una figlia, Maria, nata 6 anni prima. Pavese frequentò a Torino il Liceo Classico d'Azeglio e l'insegnamento di Augusto Monti fu importantissimo per la sua formazione culturale. L'amore per la campagna di Langa, l'esaltazione per la libertà, l'attaccamento per le tradizioni locali, anche se al tempo stesso cercava curiosità culturali d'oltre frontiera, rappresentano le caratteristiche di questo scrittore; il suo desiderio di avere una mentalità meno provinciale lo avvicinò negli anni Trenta alla cultura inglese ed è del 1932 la sua traduzione di Moby Dick di Melville che gli procurò fama nel momento in cui gli orizzonti culturali erano molto angusti.
Poiché non amava il provincialismo intellettuale del fascismo, per alcuni anni espresse il suo dissenso sulla rivista "La Cultura" di Leone Ginzsburg, periodico che fu chiuso nel 1935 con l'arresto dei collaboratori e lo stesso Pavese venne condannato a tre anni di confino, poi ridotto ad uno, che lo scrittore trascorse in Calabria, a Brancaleone, dal 4 agosto 1935 al 15 marzo 1936.
Nel 1936 uscì la prima raccolta di poesie Lavorare stanca, caratterizzata dal linguaggio innovativo ed anti accademico, in quell'ambiente culturale in cui trionfava la moda della poesia ermetica.
Tornato dal confino Cesare Pavese riprese la collaborazione con Ginzsburg, lavorando nella casa editrice Einaudi. Nel 1941 Pavese consegnò alle stampe il suo primo romanzo, Paesi tuoi, scritto in due anni ed ambientato a Monticello d'Alba; il romanzo suscitò contemporaneamente scandalo, ma ebbe successo, poiché affrontava temi ritenuti scabrosi in un'epoca di controlli puritani, ma al tempo stesso apriva nuovi orizzonti ai giovani che erano alla ricerca di evasioni culturali ed ai lettori che amavano leggere al di fuori della cultura imperante in quegli anni; nel 1942 usciva La spiaggia.
Le grandi opere dello scrittore sono quelle pubblicate nel dopoguerra: Ferie d'agosto (1946), Il compagno e Dialoghi con Leucò (1947), Prima che il gallo canti (1949), La bella estate, una raccolta di racconti e romanzi brevi con cui vinse il Premio Strega nel 1950, La luna e i falò (1950).
Cesare Pavese pose fine alla sua vita il 27 agosto 1950 all'albergo Roma di Torino, lasciando sulla prima pagina del suo libro, che gli era il più caro, Dialoghi con Leucò, il messaggio: "Perdono a tutti ed a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.".
Uscirono postumi la raccolta di poesie Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi, La letteratura americana ed altri saggi, Il mestiere di vivere, Notte di festa e Fuoco grande.
Bibliografia
D. Lajolo, Il vizio assurdo, Milano, 1960;
G. Vaccaneo (a cura di), Cesare Pavese, biografia per immagini, Gribaudo, 1989;
E. Corsini, Il dramma di Pavese e G. Barberi Squàrotti, Il viaggio come struttura del romanzo pavesiano, in CRB NOTIZIE, n.2, dicembre 1990;
G. Carteri, Al confino del mito. Pavese e la Calabria, ed. Rubbettino, 1991 e, dello stesso autore, Il confino di Cesare Pavese in Calabria, in CRB NOTIZIE, novembre 1991.