DE GASPERI Alcide
1881 - 1954 Politico, presidente del Consiglio
Nato a Pieve Tesino, in provincia di Trento, Alcide De Gasperi si laureò in filosofia all’università di Vienna e svolse attività irredentista come direttore della Voce Cattolica, organo della diocesi di Trento, nel 1905 diventato Il Trentino nel 1906.
Arrestato dopo i disordini di Innsbruck all’università, entrò in rapporto con Cesare Battisti. Come consigliere comunale di Trento nel 1909 per l’Unione politica popolare, deputato nel parlamento austriaco nel 1911 e consigliere della dieta di Innsbruck nel 1914, si batté in favore dei diritti degli italiani soggetti all’Austria.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale fu costretto a trasferirsi a Vienna e alla riapertura del parlamento austriaco, nel 1917, parlò a favore dei profughi confinati e internati italiani.
Diventato cittadino italiano aderì subito al Partito Popolare di don Sturzo; come presidente del gruppo parlamentare del partito si oppose al ritorno di Giolitti e accettò il governo Mussolini sperando in una pacificazione nazionale, entrando però presto in violenta polemica con il capo del governo per le leggi che minavano l’autonomia del Trentino e la legge elettorale maggioritaria del 1924.
Guidò il Partito Popolare dopo il delitto Matteotti e allo scioglimento del partito fu arrestato e condannato a sei anni di reclusione, ridotti poi a quattro per amnistia. Scarcerato venne assunto nel 1929 alla Biblioteca Vaticana. Iniziò nel 1942 a prendere parte alle riunioni clandestine di esponenti antifascisti, a far parte del CLN ricostituendo clandestinamente la Democrazia Cristiana di cui fu segretario politico nel 1944.
Ministro nel governo Bonomi e ministro degli Esteri nel Governo Parri, fu presidente del Consiglio dal dicembre del 1945 al 1953.
De Gasperi è considerato uno dei principali artefici della ricostruzione e l’ideatore dell’Unità europea.
Morì a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954.