BALBO Pinin (Giovanni)
1888 - 1945 Partigiano Medaglia d'Oro al Valor Militare
Giovanni Balbo, detto Pinin, nasce a Cossano Belbo il 16 novembre 1888. Frequentato il Ginnasio Superiore a Varazze, conseguì nel 1910 a La Spezia il diploma di Capitano di lungo corso, partecipando nel 1911 alla Campagna di Libia. Esattore comunale di Santo Stefano Belbo, era conosciuto per le sue idee antifasciste e subito dopo l'8 settembre fu tra gli organizzatori delle prime bande partigiane conosciute come Bande dei Balbo, in quanto anche il figlio Piero Balbo, con il nome di battaglia Poli, provenendo dall'esercito, aveva dato vita alle formazioni Autonome o Badogliani, diventando comandante della Seconda Divisione Langhe.
Partecipò attivamente alla Resistenza con impegno e dedizione, tanto che il comandante Mauri scrisse di lui: "Come il più umile ed il più giovane dei partigiani, compì silenziosamente e serenamente ogni compito che gli fu affidato. Di carattere franco, leale, di costume integerrimo, di coraggio eccezionale, fu a tutti esempio destando in tutti ammirazione. Organizzatore perfetto ed intelligente, combattente audace, compì il suo dovere fino al sacrificio della propria vita".
La battaglia fatale fu quella del 24 febbraio 1945, nel terribile combattimento di Valdivilla, presso Santo Stefano Belbo, quando su sua diretta iniziativa, un gruppo di 8 partigiani da lui stesso scelti e tra questi Dario Scaglione, Tarzan, sferrò un eroico quanto forse troppo coraggioso attacco ad una colonna fascista di circa 150 uomini, che da San Donato di Mango scendeva a Santo Stefano Belbo; la battaglia fu durissima ed intensa, e solo 2 partigiani furono i superstiti e sul campo cadde Pinin Balbo. Venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare con seguente motivazione: "Nonostante la sua età avanzata non esitava ad accorrere con entusiasmo nelle file partigiane. Organizzatore audace, combattente eroico, sempre presente e sempre in primo piano in ogni rischiosa missione, partecipava a numerose azioni offensive. Ferito gravemente al petto, appena guarito, riprendeva subito il suo posto di combattimento. Alla testa di un plotone di volontari, attaccava audacemente una forte colonna nemica. Ferito non desisteva dalla lotta finché colpito a morte cadeva gridando ai suoi prodi l'ultimo incitamento. Valdivilla, 24 febbraio 1945".