Un giorno di fuoco
Un giorno di fuoco è il primo libro di Fenoglio pubblicato postumo, nell’aprile del 1963, due mesi dopo la morte della scrittore.
L’opera, nella sua prima edizione, comprende il romanzo breve Una questione privata e dodici racconti. I primi sei, definiti dall’Autore “del parentado”, sono suggeriti dai ricordi vivi dell’infanzia e dalle vicende narrate, o vissute, dai parenti di Beppe Fenoglio.
Degli ultimi sei racconti, scelti dal curatore del libro, due erano già apparsi su riviste; mentre gli altri quattro erano stati lasciati dallo scrittore in stesura completa.
“Un giorno di fuoco”, il racconto che dà il titolo all’opera, è una storia di cui fu testimone indiretto lo stesso Fenoglio bambino, durante una vacanza nelle Langhe, a San Benedetto Belbo.
Il protagonista è Gallesio di Gorzegno: un uomo solitario, disperato, che combatte la sua guerra contro le istituzioni, convinto, fino al suicidio finale, di poter ottenere giustizia soltanto con la violenza.
L’ambiente ricorda la società contadina de La malora, dominata da un destino che annienta progressivamente tutte le sue vittime.
Gallesio, sfruttato dal fratello, che pretende da lui un considerevole interesse per il denaro che gli ha prestato, vorrebbe sposare una donna ricca, per far fronte all’ingente debito, ma il parroco non lo aiuta e scoraggia la promessa sposa.
Dall’ingiustizia nasce la lucida follia del protagonista: egli “dà la parola alla doppietta” e, per vendicarsi dei torti subiti, uccide il fratello, il nipote, il parroco ed un carabiniere.
Gallesio vive e muore in uno scenario epico, attraverso i racconti e le testimonianze di altri personaggi; ma all’atmosfera leggendaria si oppone, per contrasto, il realismo delle immagini violente suggerite dalla narrazione e, soprattutto, la disincantata considerazione finale della zia di Fenoglio: “tutto il male che capita su queste Langhe la causa è la forte ignoranza che abbiamo[1]”.