Vetrate della cappella di Rodello
Rodello, cappella del "Concilio Vaticano II"
La pianta rettangolare della cappella è chiusa su tre lati da pareti ad angolo vetrate, che Dedalo Montali ha pensato di impreziosire introducendo mosaici variopinti di soggetto religioso. Le tessere colorate donano al luogo liturgico ricche sfumature di luce policroma, che ravviva l'ambiente e contribuisce ad accentuarne la sacralità. Riprendendo la grande tradizione gotica, l'artista distribuisce le immagini religiose anche sui vetri, occupando lo spazio intero della sua arte e cimentandosi in molteplici tecniche artistiche. Le dieci vetrate di 3 m. x 2.40, realizzate con tessere di vetro proveniente dal Nord Europa, perché stimate da Montali le migliori, sviluppano un ciclo piuttosto complesso: partendo da destra (di chi entra) troviamo La vita operosa dell'uomo, il lavoro della terra, il dominio del mare, la scoperta dello spazio. A fianco la Città moderna, l'ambiente modificato dall'intervento dell'uomo per mezzo delle tecnologie; la Chiesa moderna omaggio a Papa Giovanni XXIII, cui la cappella è dedicata, la figura del papa, che occupa lo spazio della vetrata, accoglie attorno a sé gli uomini di tutto il mondo. Accanto la Crocifissione, in cui l'uomo nella sofferenza della vita si identifica con l'immagine di Cristo. Infine, verso l'altare Il volo dei colombi, a simboleggiare la tensione e l' aspirazione verso l'alto. Ad ogni soggetto principale è intercalata l'immagine di Angeli musicanti, che cadenzano ritmicamente la narrazione.
Specularmente, sul lato sinistro, la prima vetrata raffigura La vita operosa della donna, la figura femminile nell'ambiente domestico introduce anche alla successiva Chiesa Primitiva. Si passa alla Deposizione, scena di pietà, che ha per protagonista la donna, intesa come Vergine, madre di Cristo. Come per l'altra parete, anche qui chiude il ciclo il Volo dei Colombi, Montali con grande manualità e pratica anche di artigiano crea un arredo liturgico contemporaneo, che vede nelle sue figure e forme stilizzate un vero e proprio rinnovamento di un'antica tecnica di decoro, legata al culto cristiano. Egli usa colori puri, gialli, rossi, bianchi, verdi e contorna le figure con bordi neri e come nella pala d'altare non crea profondità spaziale attraverso l'uso della prospettiva, ma movimenta la bidimensionalità del supporto con giochi di forme dalle cromie pure. L'effetto finale della composizione di frammenti umani e di oggetti è di grande suggestione e impressionante bellezza formale.
Recentemente scomparso, febbraio 2001, nella sua ultima residenza di Pinerolo, Dedalo Montali, nato a Cagliari nel 1909, ha viaggiato molto durante la sua vita ed ha avuto occasione di conoscere i più importanti esponenti della cultura del XX secolo.
Trasferitosi ventenne a Milano, egli studia all'Accademia di Brera ed entra a fare parte della cerchia artistica dei pittori della Galleria d'arte il Milione; esperienza che contribuirà a sviluppare la poliedricità del suo linguaggio figurativo. Si sposta più volte percorrendo l'Italia e nel 1942, trasferitosi a Fucecchio, viene catturato dai soldati tedeschi e deportato in un campo di concentramento in Austria. Tra il 1970-72 viene incaricato da don M. Battaglino di ideare la cappella della residenza per anziani di Rodello, opera monumentale, che lo vede affrontare il tema dell'arte sacra, trattata con linguaggio contemporaneo. Questa importante esperienza lo legherà alle Langhe e a Rodello in particolare dove viene sepolto.
Bibliografia
V. Messori, Uno sguardo alla cappella de La Residenza, 1972.
W. Accigliaro, Inventiva e sacralità a Rodello, Rodello, 1996.
A. Galvano, Dedalo Montali, To., 1965.
Museo d'arte moderna e religiosa Dedalo Montali, Rodello, 2003.