GIACOSA Vincenzo
1793 - 1855 Notaio e patriota
Vincenzo Giacosa nasce a Neviglie nel 1793 e frequenta le scuole primarie a Bra e le secondarie ad Alba, per trasferirsi poi a Torino a frequentare i corsi di Diritto; tornato ad Alba svolse le funzioni di Notaio, sposando nel 1813 Vittoria Perucca; nel 1814, accusato di cospirazioni dalla polizia di quel tempo, cercarono di catturarlo il 28 settembre e fuggì in esilio prima in Toscana, poi in Romagna ed in seguito a Napoli.
Rientrato ad Alba poiché nel frattempo aveva chiarito la sua posizione, riprese il suo lavoro sino al 1821. Venuto in contatto con Amedeo Ravina, di cui condivideva le idee rivoluzionarie tese ad ottenere lo statuto, nuovamente accusato di cospirazione, dovette fuggire in Spagna il 10 aprile, vivendo soprattutto di pesca e condividendo l'esilio con lo stesso Ravina; dalla Spagna passò in Francia e poi in Savoia, dove fu catturato a Chambery nel luglio dello stesso anno e portato nelle carceri di Torino; condannato al Confino a Neviglie con l'obbligo di presentarsi ogni giorno, per un anno, al Sindaco.
Trascorso tale anno, tornò ad Alba, ove venne sottoposto ad una stretta vigilanza e non gli era concesso di uscire dalla città, potendo recarsi a Torino per lavoro soltanto con un permesso. Trascorse così tutti gli anni sino al 1848, quando venne concesso lo statuto. Nelle prime elezioni comunali previste dallo Statuto Albertino, fu eletto Consigliere comunale e nominato Vicesindaco; fu rieletto ancora Consigliere comunale nel 1850 e nel 1854 e morì in carica il 10 settembre 1855.
Bibliografia
F. Bosio, Ricordi personali, Milano, 1878.