SCAGLIONE Dario
1926 - 1945 Partigiano, Medaglia d'Argento al V.M.
Dario Scaglione nacque a Santo Stefano Belbo il 2 marzo 1926 e ben presto la sua famiglia si trasferì ad Alba. Giovanissimo aderì alle bande partigiane prima nelle formazioni Garibaldine poi agli Autonomi con il nome di battaglia Tarzan. La sua decisione non è da attribuirsi a scelte politiche bensì a semplici motivi di amicizia e conoscenza ed in particolare al fatto che nella Brigata Belbo, comandata da Poli, santostefanese pure lui, militavano per lo più giovani compaesani dello stesso Scaglione. Su Dario Scaglione coraggioso e valoroso partigiano, sulle sue temerarie azioni contro i tedeschi, esistono numerose testimonianze raccolte per l'attribuzione della medaglia d'argento al valore. La sua figura va considerata più dal punto di vista umano che da quello strettamente militare. A conferma di questo basti citare la preziosa testimonianza scritta di don Mario Torchio parroco di Valdivilla che assistette Tarzan prima della sua fucilazione avvenuta il 24 febbraio 1945: "aveva compiuto in quella giornata di combattimento una fra le più nobili azioni che si possano compiere sul campo di battaglia, quale quella di portare, sotto il grandinare delle pallottole nemiche e per sentieri impervi un povero compagno gravemente ferito in luogo più sicuro. Azione doppiamente encomiabile in quanto che, essendo stati scoperti e potendo egli salvar la vita con la fuga, preferì affrontare una morte certa anzichè abbandonare il povero ferito". Questo tragico episodio avveniva il 24 febbraio 1945 per terribile destino proprio a Valdivilla borgata natale dello stesso Scaglione.
Il compagno partigiano gravemente ferito che Dario Scaglione non volle abbandonare era il neivese Borello Settimo, Sett, classe 1925.
Beppe Fenoglio nel capolavoro sull'epopea partigiana "Il Partigiano Johnny" descrive così l'agghiacciante momento dello scontro, di Valdivilla: "E qualcosa doveva essere accaduto a Settimo, perchè urlò e con ambo le mani si sollevò la gamba destra e al coperto del camion Tarzan stava prendendoselo a spalla cautamente con immensa fatica, lo ritirava oltre il fissato, lungo il rittano". Catturati dalla repubblica, Settimo e Tarzan fucilati nello stesso giorno rispettivamente a Canelli e Valdivilla.
Prima di presentarsi di fronte al plotone di esecuzione, Dario Scaglione, scrisse di suo pugno una lettera alla famiglia che abitava in Alba. La stessa lettera fu poi pubblicata da Italo Calvino nel volume "Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana" su diretto interessamento di Beppe Fenoglio.
Questa le lettera ai suoi familiari: «Carissimi genitori vi mando l'ultimo saluto prima di essere fucilato; un grosso bacio a tutti papà mamma Marco Adelina e al mio nipotino Franco. Ciao Dario».
Fu decorato Medaglia d'Argento al V.M. con la seguente motivazione: «Giovane partigiano emergeva per indefessa, entusiastica e coraggiosa attività particolarmente distinguendosi nel combattimento di Valdivilla dove veniva ferito e catturato. Invitato a fornire notizie, manteneva fiero ed esemplare contegno e, anche davanti al plotone di esecuzione, rivendicava la sua fede ed il suo onore di combattente»; Valdivilla (Cuneo), 24 febbraio 1945.