MERMET Alessandro
1811 - 1883 Avvocato
Alessandro Mermet, nato ad Alba nel 1811, proveniva da una famiglia di origine francese da Carpentras; il nonno, Giacarcà, venne in Italia al seguito delle truppe francesi e si stabilì ad Alba, ove il figlio Augusto Giovanni (1787-1850) sposò Rosa Settimo, figlia di Felice e Bruni Genoveffa e fu consigliere comunale per tre trienni tra il 1823 ed il 1840 e fu vicesindaco dal 1837 al 1840. Suo figlio Alessandro (1811-1883), dopo essere stato nominato Consigliere nel 1848, fu rieletto ininterrottamente dal 1851 alla morte, avvenuta il 29 aprile 1883 e fu più volte Assessore. Suo figlio Vittorio (1845 - 1902), eletto Consigliere dal luglio 1883 al 1899, fu eletto Sindaco il 20 ottobre 1893, restando in carica sino al 27 novembre 1896, quando rassegnò le dimissioni. Alessandro Mermet, avvocato, abile dialettico, ricco di famiglia e di prestigio per aver suo padre sposato la figlia di una delle più importanti e possidenti famiglie albesi, ha legato il suo nome al gioco del pallone elastico, ora palla a pugno, per aver costruito su un terreno di sua proprietà ed a sue spese, lo sferisterio progettato da Giorgio Busca.
Un problema da risolvere per Alba nella prima metà dell'Ottocento, era quello del gioco del pallone, che si svolgeva sulla piazza del Duomo creando difficoltà al traffico, danni ai vetri delle case circostanti, ai passanti che casualmente venivano colpiti e non sempre in modo lieve.
Già nel 1840 era stata chiesta la soppressione del gioco sulla piazza, lo vietava anche il regolamento di Polizia Urbana, ma si continuava tranquillamente a giocare.
Il 6 aprile 1843 il Consiglio comunale, sempre a causa dei danni che il gioco del pallone sulla piazza provocava ad edifici ed ai passanti, deliberò di spostare l'area di gioco in un terreno situato a fianco del tiro a bersaglio, tra la cappella del deposito dei cadaveri e la circonvallazione, sotto gli spalti di levante, di proprietà del conte Felice Doglio, il quale presentò ricorso in quanto non voleva cedere il terreno. Il 6 giugno il Consiglio inoltrò la pratica per ottenere la dichiarazione di pubblica utilità per la realizzazione dell'opera; il 23 luglio, per riaffermare le proprie ferme intenzioni, approvò il regolamento per la costruzione dello sferisterio, fissò le caratteristiche del progetto ed indicò in 8.764 lire la spesa necessaria.
Fu fissata la lunghezza del campo da gioco in cento metri, la larghezza in diciotto metri; conteggiando gli spazi laterali per il publico e tutte le attrezzature necessarie si stabilì la superficie necessaria complessiva in 3.109 metri quadri, corrispondenti a 79 tavole e 5 piedi. Si doveva formare uno strato di venti centimetri di ghiaia finissima su una superficie di 2.000 metri quadri, inclinato verso notte e giorno. Per sorreggere i bastioni si sarebbero costruiti diciotto archi sostenuti da diciannove pilastri. Il progetto tanto minuzioso e dettagliato si arenò contro le proteste del Conte Doglio e non se ne fece nulla.
L'11 agosto 1854 la Giunta pose in discussione nella seduta del Consiglio la proposta di soppressione del gioco assicurando che avrebbe cercato uno spazio per continuare il gioco.
Il consigliere notaio Giacosa prese per primo la parola caldeggiando vivamente che il gioco fosse bandito dalla piazza e non si spendesse tempo e denaro per cercare un altro luogo, il gioco del pallone doveva essere soppresso e basta. Federico Alliana, assessore, sostenne la posizione della Giunta riconoscendo l'utilità e l'importanza del gioco del pallone, sulle posizioni di Alliana erano i consiglieri delegati Busca e Marchisio, i consiglieri Revelli ed Astegiano. Di diverso parere l'assessore Alessandro Mermet che svolse un appassionato intervento per convincere il Consiglio ad attrezzare prima un nuovo sito per il gioco del pallone, poi a proibirlo sulla piazza, ma le sue parole non convinsero la maggioranza. Messa in votazione la proposta della Giunta ottenne otto voti favorevoli e tre contrari ed il gioco del pallone fu bandito dalla piazza a far tempo, come annotò il Segretario Comunale, dal 15 agosto corrente anno.
Il 3 novembre dello stesso anno, era già sindaco Giorgio Busca, Alessandro Mermet intervenne nuovamente in Consiglio per proporre un suo disegno: avrebbe costruito a sue spese su un terreno di sua proprietà, sotto gli spalti di ponente, uno sferisterio per il gioco del pallone elastico ed illustrò il progetto predisposto dal sindaco.
Il Consiglio, con dieci voti favorevoli e due contrari, accettò la proposta ed assegnò un contributo di 2.000 lire per incoraggiare l'opera, riservandosi di approvare in un'altra seduta la convenzione, riconoscendo che tale gioco era un'utilità servendo il medesimo a sviluppare le forze dei giovani, togliendoli anche da altri passatempi meno normali ed economici, ed un sommo vantaggio per i cittadini albesi, massime dei commercianti, poiché ogni qualvolta si gioca al pallone, specie con l'intervento di squadre forestiere, vi era un grande concorso di gente dei paesi circonvicini per cui si può con tutta certezza asserire che la somma che il Municipio spende per una volta tanto rientra di profitto ogni anno al commercio.
La convenzione, approvata il 7 aprile 1855, stabiliva che Alessandro Mermet avrebbe realizzato a sue spese il progetto Busca impegnandosi ad ultimarlo entro il 1856, che l'edificio sarebbe rimasto di sua proprietà ed avrebbe potuto far pagare un biglietto d'ingresso, che il Comune lo avrebbe avuto a sua disposizione dal primo marzo al trenta novembre, che il tempo restante l'impianto sarebbe stato utilizzato dal proprietario nel modo che riteneva più opportuno. Il regolamento venne poi approvato il 21 luglio 1857.
Bibliografia
M. Viglino Davico-G. Parusso, Giorgio Busca architetto e la città di Alba nell'Ottocento, Savigliano, 1989;
N. Vioglio, Storie lontane in terra da balon, in Le nòstre tor, annata 2004.