VIDA Marco Gerolamo
1470 circa - 1566 Vescovo di Alba
La sede Vescovile di Alba era vacante sin dal 1532 quando era morto, ancor prima della consacrazione, Giuliano Visconti, milanese, destinato a succedere al defunto Antonio Mollo. Marco Gerolamo Vida, designato alla sede di Alba il 7 febbraio 1533, venne consacrato vescovo da Paolo III Farnese nel 1534 e prese possesso della diocesi nel 1535.
Il Vida era nato a Cremona verso il 1470 e battezzato con il nome di Marcantonio; frequentò con successo gli studi di grammatica latina e greca a Cremona e gli studi filosofici a Mantova e forse anche a Padova e Bologna; entrato fra i canonici agostiniani di S. Marco a Mantova, passò successivamente ai canonici Regolani Lateranensi di S. Pietro in Po a Cremona, assumendo il nome di Marco Gerolamo.
Aveva già scritto la Bucolica, la "Scacchia ludus", il "poeticorum libri tres" e altre poesie che gli avevano dato fama di insigne poeta e di dotto latinista.
Giunto a Roma nel 1510, sotto il pontificato di Giulio II, continuò a scrivere versi latini con eleganza virgiliana, che nella Roma letteraria di allora lo fecero apprezzare moltissimo, tanto che Leone X gli affidò l'incarico di comporre la Cristìade, terminata nel 1527.
Con tale opera la fama del Vida crebbe enormemente e Clemente VII lo nominò protonotario apostolico e gli offrì la porpora Cardinalizia che venne rifiutata.
L'ingresso del Vescovo Vida nella diocesi albese coincide con un periodo assai triste per l'Italia e l'Europa: era in pieno svolgimento la guerra tra Francesco I e Carlo V e la stessa Alba cadrà a più riprese ora sotto i francesi, ora sotto gli spagnoli.
Se al suo arrivo il Vescovo Vida trovò persone colte e molta devozione presso il popolo, trovò anche molta miseria e molta ignoranza e intraprese con zelo energico e severo la sua opera pastorale con la visita della diocesi, la frequente predicazione, promuovendo l'erezione di nuove chiese e il restauro di quelle esistenti.
Pubblicò nel 1562 le Costituzioni Sinodali, partecipò nel 1565 al concilio provinciale di Milano con il giovane Carlo Borromeo e poco prima di morire gettò le basi del Seminario.
Morì il 27 settembre 1566, a 96 anni, e venne sepolto in duomo sotto il pavimento del coro.
Solo nel 1870, restaurandosi la cattedrale, venne sepolto nel monumento in fondo alla navata destra, sopra la porta di accesso alla sacrestia.