GARDINI Francesco Giuseppe
1740 - 1816 Medico, fisico, filosofo
Francesco Giuseppe Gardini nasce a Vascagliana di San Damiano d'Asti il 22 gennaio 1740. Rimasto orfano di padre, apprende, dopo aver superato l'opposizione della madre, i primi rudimenti di retorica dal cappellano della sua borgata; compie gli studi di Lettere e Grammatica nel collegio di Asti e di Filosofia in Torino, ove segue le lezioni del fisico monregalese padre Beccaria, che sul modello dell'americano Franklin, compiva i primi studi sulla elettricità atmosferica.
Nel 1762, conseguita la laurea in Medicina, rientra a San Damiano d'Asti per esercitare la professione medica, continuando a dedicarsi a studi sull'elettricità. Venne quindi in contatto con Galvani, approfondendo gli studi sull'elettricità animale.
Fu tra i primi in Piemonte a battersi per la diffusione della inoculazione del vaiolo e del suo vaccino ed il re Vittorio Amedeo III per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità della vaccinazione antivaiolosa, fece inoculare la famiglia reale che si trovava in villeggiatura a Govone nell'estate del 1783 e Gardini fu tra gli assistenti del professor Goetz, celebre medico chiamato per tale scopo dal re.
Nel 1782 è nominato professore di filosofia nel collegio di Alba, ove insegna anche scienze naturali. Per 26 anni si dedicò all'insegnamento diventando punto di riferimento per i giovani studiosi, tanto stimato che venne onorato dal Consiglio comunale della cittadinanza onoraria prima del necessario domicilio decennale. Nel 1794 fu nominato medico dell'ospedale e delle carceri di Alba e l'assistenza da lui prestata durante l'occupazione francese ai soldati napoleonici feriti e ricoverati nell'ospedale di Alba, fu scelta dai suoi nemici come pretesto per nuove persecuzioni dopo quelle che aveva dovuto subire per i suoi studi di fisica.
Per questi motivi venne sollevato contro di lui il popolo e minacciarono di ucciderlo e, non potendolo fare materialmente, lo bruciarono in effige con la sua cattedra e tutti i suoi scritti. Rifugiatosi nella casa di San Damiano, venne scoperto ed imprigionato nel castello di Asti e la sua casa fu saccheggiata e vennero distrutti i suoi scritti.
Liberato dopo il 1800 fu fino al 1804 professore di filosofia nel collegio di Asti, inoltre, dal 1802, fu membro del Consiglio Generale del Dipartimento del Tanaro e successivamente Presidente; venne successivamente reintegrato nell'insegnamento nel collegio di Alba e tenne la cattedra sino al 1813, anno in cui si ritirò dall'insegnamento per continuare a San Damiano d'Asti, per il restante periodo della sua vita, le ricerche e gli esperimenti nel campo della fisica, assieme al nipote Giuseppe Camisola, botanico, il quale continuò l'amicizia e la collaborazione con Carlo Bertero, che era stato allievo di Gardini nel collegio di Alba.
Morì il 16 maggio 1816.
Bibliografia
F. Astegiano, Notizie storiche intorno all'erezione in Alba del monumento Bertero-Gardini, Alba 1857;
P. Masoero, La vita e le opere di alcuni sandamianesi degni di memoria, Torino 1974;
Malfatto P. Rogna, Asti nella storia delle sue vie, Savigliano 1979.