7 Ottobre 2009
Muore ad Alba il giornalista Felice Campanello. Nato a Bra nel 1929, conseguì nel 1949 il diploma alla Scuola Enologica di Alba e si dedicò subito alla scoperta della letteratura con incarichi di professore alla Scuola Enologica e alla scuola media Vida. Amico di Beppe Fenoglio e di Giovanni Arpino, animò con Gianni Toppino la vita culturale albese con incontri e dibattiti letterari al Circolo Sociale della nostra città.
Nel 1957 iniziò a collaborare al settimanale “La via del Piemonte”, espressione del movimento olivettiano “Comunità”, con interessanti articoli sui problemi vitivinicoli della zona, portando avanti una battaglia determinante contro le sofisticazioni e le frodi vinicole, sostenendo la nascita delle Cantine sociali.
Collaborò in seguito al quotidiano “La Gazzetta del Popolo” di Torino e negli anni Sessanta passò al “Giorno”, collaborando anche alla “Domenica del Corriere” come inviato speciale occupandosi di questioni agroalimentari.
Nel 1984 fu assunto alla Parmalat come responsabile della comunicazione aziendale.
Dal 1964 al 1968 fu Consigliere comunale di Alba, eletto nella lista del Partito Socialista.
Giornalista apprezzato per la sua chiarezza, spesso controcorrente, ebbe un rapporto a volte anche critico con la sua città.
Nel 1997 ha pubblicato un volume di racconti: “L’albero che diventò un’aquila” dove sovente i protagonisti sono personaggi albesi della sua epoca.
Intellettuale colto e raffinato, si era distinto con la pubblicazione di volumi di inchiesta come “Il consumatore nel caos” e “La buona Italia”.