24 Ottobre 2012
Muore a Cerretto Langhe (ove era ricoverato) l'onorevole Francesco Sobrero nato a Rodello il 1° aprile 1925.
Completati gli studi classici si laurea in Lettere con la tesi “La politica dei Marchesi del Monferrato nel secolo XV” iniziando la sua attività di professore, prima nelle scuole medie inferiori e poi nelle scuole superiori. Giovanissimo si avvicina alla politica iscrivendosi alla Democrazia Cristiana ed è eletto consigliere nel comune di Rodello dove ricopre l’incarico di vicesindaco dal 1951 al 1956. Trasferitosi ad Alba, nel quartiere Moretta, diventa un punto di riferimento per la parrocchia e per il quartiere stesso che nel 1956 lo elegge consigliere comunale di Alba riconfermandogli l’incarico per i successivi mandati, sino al 1980.
Assessore della Giunta comunale nel 1964 con Paganelli sindaco, viene candidato dalla DC a ricoprire l’incarico di sindaco a cui viene eletto nel luglio del 1970.
Nel 1972 viene eletto deputato nella circoscrizione Cuneo-Asti-Alessandria con oltre 28.000 preferenze e confermato sino al 1983.
Nel campo della scuola la sua attività lo portò ad istituire l’Istituto professionale per il commercio, più conosciuto come "Segretarie d’Azienda", di cui fu preside per diversi anni. Impegnato anche nell’Azione Cattolica fu presidente della giunta diocesana per oltre un quinquennio.
L’esperienza di Francesco Sobrero a sindaco della città, fu breve, ma efficace ed incisiva; affrontò in particolare l’attuazione della Legge 167 per la realizzazione di edifici di edilizia economico-popolare iniziando dalla zona di corso Piave. Proseguì le pratiche per l’acquisizione al comune dell’intero complesso della caserma Govone, la costruzione di corso Europa, di un nuovo edificio per l’Istituto tecnico per ragionieri, delle nuove carceri.
Seguendo i progetti amministrativi di sviluppo della città aveva ipotizzato di inserire nello studio per la Variante Organica al Piano Regolatore Generale, la dislocazione del nuovo ospedale nella vasta area pianeggiante di Piana Biglini, ai margini del territorio comunale, prospicente la superstrada Asti-Cuneo la cui variante di Alba era in fase di costruzione, prossimo alla città di Bra, in prospettiva di un'unica struttura o due integrate.
Aveva anche suggerito lo studio per lo spostamento della linea ferroviaria con un nuovo percorso che liberasse ampie zone ai margini del centro storico per aree di parcheggio e sevizi, integrando in un unico tessuto urbano senza barriere, il centro cittadino con le zone Piave e Moretta, l’ormai urbanizzata vasta area della ex Fornace Sorba con le aree della Caserma, della ex cartiera con la zona delle future e vaste piazze Medford, Giovannoni, Dogliotti e Sarti.
I progetti e i programmi della giunta Sobrero trovarono una prima concretizzazione nella stesura del Bilancio di previsione per il 1971 ed in quello successivo del 1972 che pareggiava sulla cifra di oltre 3 miliardi di lire e che prevedeva tutta una serie di nuove realizzazioni.
Nella sua brevissima esperienza di sindaco diede prova di saper vedere lontano, di proporre e di impostare soluzioni ai nuovi problemi della città con lungimiranza, seguendo in particolare i problemi del gas, dell’ospedale, della viabilità, delle attività sportive e scolastiche, l’acquisizione di aree e di immobili per servizi pubblici. Nella sua attività di parlamentare propose e sostenne la legge per il finanziamento dell’acquedotto delle Langhe. Si batté anche perché, in uno degli innumerevoli progetti di riforma, l’Istituto Enologico di Alba non fosse privato delle proprie caratteristiche.
Nel suo discorso di insediamento da sindaco chiese la collaborazione di tutti gli albesi indistintamente:
dei lavoratori in primo luogo, la categoria più numerosa che più di ogni altra risentiva della carenza di certi servizi;
dei giovani che ancora studiavano o già inseriti nel lavoro, a cui chiedeva di non perdere mai di vista i più alti ideali civili e morali;
degli imprenditori che avevano aperto nuove ed impensate prospettive di sviluppo alla città;
degli uomini della scuola, chiamati a preparare la società del domani;
degli artigiani e dei commercianti, tessuto indispensabile e connettivo dell’economia cittadina;
degli agricoltori alle cui gravose fatiche si aggiungeva l’assillo delle avversità atmosferiche.
Sostenne che la città era di tutti, perché tutti contribuivano a crearla con il lavoro delle braccia e della mente, con pari merito, con uguali diritti e se una discriminazione si doveva fare era tra chi cercava il proprio esclusivo interesse, anche a danno degli altri, e chi invece, pur nella ricerca di beni individuali, teneva presente l’interesse della collettività. Invitò tutti gli albesi a pensare, ad agire, in termini non esclusivamente particolaristici nella convinzione che l’egoismo ci chiude in noi stessi, ci impoverisce prima moralmente e poi anche materialmente.
Concluse la sua attività scolastica come preside dell’Istituto Piera Cillario Ferrero a cui aveva garantito l’autonomia e una funzionalità indispensabile per tante giovani generazioni che da quella scuola trovarono le motivazioni per entrare nel mondo del lavoro.
Libero ormai da impegni politici si era dedicato alla poesia scrivendo versi in piemontese che aveva voluto pubblicare con il titolo “A tempo perso” mettendo sulla carta le sue sensazioni di rodellese prima e albese poi, corredando il testo di riflessioni politiche tratte dalla sua attività.
Si può dire che Francesco Sobrero abbia dato notevole contributo allo sviluppo della città dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Ottanta, sia come uomo di cultura, sia come amministratore e politico, dando soprattutto un esempio di competenze e onestà.
Bibliografia:
G. Parusso, Palazzo e città, Alba 1945-1975, Araba Fenice, 2005;
F. Sobrero, A tempo perso. Poesie in piemontese con traduzione italiana e scritti vari, Alba 2009;
F. Sobrero, La politica dei marchesi del Monferrato nel secolo XV - Tesi di Laurea, Torino 1949.