Corso Europa
DATA DI INTITOLAZIONE
10 luglio 1971
UBICAZIONE
Alba, in borgo Piave, da via Luigi Einaudi alla rotonda di San Cassiano
L’Europa è una delle tre parti del Continente Antico, quasi un prolungamento verso ovest dell’Asia, separata dall’Africa dal mar Mediterraneo; 10.395.783 km² (comprese le Azzorre [Portogallo] e le isole asiatiche della Grecia; escluse le Canarie [Spagna] e Madera [Portogallo]); 750 milioni circa di abitanti. È un insieme geografico di dimensioni relativamente ridotte e sembra quasi una penisola emergente dalla grande massa “eurasiatica”. Se il confine del Caucaso è ben definito, quello tradizionale degli Urali è convenzionale. Tuttavia il continente europeo possiede, dal punto di vista naturale e umano, un’incontestabile originalità. Le regioni europee sono caratterizzate dalle profonde trasformazioni che numerosi generazioni hanno apportato al paesaggio naturale e da una varietà che risulta sia dall’importanza del popolamento, sia dal frazionamento del rilievo, dalla compenetrazione delle terre, e dei mari e dalle diverse condizioni climatiche.
Nel 1947 il Movimento europeo propose la formazione di una Unione europea, con un’Assemblea consultiva, ma ci si dovette contentare del Consiglio d’Europa (maggio 1949). Rinunciando per il momento all’integrazione politica, gli “Europei” volsero allora i loro sforzi all’integrazione economica, il cui primo risultato fu il Benelux (Belgio, Olanda, Lussemburgo). Si tentò allora l’integrazione per settori nel quadro dell’Europa dei Sei (Germania, Benelux, Francia, Italia); nel 1950 fu lanciata da R. Schuman l’idea della CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio); i sei paesi aderenti alla CECA firmarono poi i trattati di Roma (1957) per l’istituzione dell’Euratom (ente per lo sfruttamento dell’energia nucleare) e per la creazione di un Mercato comune europeo, il MEC, con la graduale eliminazione delle barriere doganali. Il risultato fu un graduale rifiorimento economico dell’Europa, soprattutto di quella occidentale. La fine della “guerra fredda”, non modificò l’assetto dell’Europa, che rimase divisa in due blocchi contrapposti: a ovest dli Stati aderenti alla CEE e all’EFTA, strettamente legato alla NATO; a est gli Stati del Comecon, rigidamente subordinato all’organizzazione del patto di Varsavia. Ben presto furono deluse le speranze nate dall’allargamento della Comunità da sei a nove membri in seguito all’ingresso della Gran Bretagna, dell’Irlanda e della Danimarca (1° gennaio 1973).
Nel 1973 il Comecon intavolò trattive per indurre la CEE a procedere , a partire dal 1975, ad accordi diretti tra le due Comunità, superando la fase degli accordi bilaterali tra singoli paesi. Il 1974 vide il crollo della dittatura in Portogallo e in Grecia, mentre anche il franchismo in Spagna si avviava al tramonto. Soltanto nel 1977, però, in quest’ultimo paese si pervenne alla democrazia. La CEE riprese il cammino verso l’unificazione politica con le prime elezioni dirette del parlamento europeo (giugno 1979), mentre la Comunità si allargava in seguito all’adesione della Grecia (1980). L’iniziò degli anni Ottanta segnò però la fine della politica della distensione e l’inizio di una nuova “guerra fredda”.
La nuova “guerra fredda” provocò una continua tensione nei rapporti tra l’Est e l’Ovest, specie fino alla morte di Breznev (novembre 1982). Subito dopo la tensione incominciò ad allentarsi con l’ascesa al poter in URSS di Andropov, che rilanciò una proposta conciliante sulla questione degli euromissili. L’URSS si dichiarava disposta a ridurre il numero dei suoi missili in cambio del blocco dell’installazione dei missili nucleari nei paesi della NATO. Allo scetticismo statunitense si contrapponeva l’ottimismo europeo, mentre di procedeva, a partire dal 1983, all’installazione dei primi euromissili in Germania Federale, Gran Bretagna e Italia e successivamente negli altri paesi. Tuttavia, dopo la breve parentesi dell’era Cernenko (febbraio 1984 – marzo 1985), l’ascesa di Gorbacëv ai vertici del partito comunista sovietico ridiede impulso alla politica della distensione, che si concretizzò negli accordi di Washington (1988) sulla questione delle armi nucleari e negli accordi commerciali tra l’URSS e i paesi occidentali, fra i quali l’Italia (ottobre 1988). Per quanto riguarda la CEE, all’allargamento ulteriore della Comunità, che con l’ingresso della Spagna e del Portogallo (1° gennaio 1986) si compose di dodici Stati, non ebbe un immediato riscontro un progresso verso l’unificazione politica, anche se con l’Atto unico europeo (luglio 1987) erano comunque state gettate le basi di una politica estera comune. Il lungo confronto tra Est e Ovest della guerra fredda ebbe infine termine tra gli anni Ottanta e Novanta e, simbolicamente, con il taglio della cortina di ferro che delimitava l’Ungheria dall’Austria e l’abbattimento del muro che divideva la città di Berlino (1989). Hanno fatto poi seguito a ruota tutte le altre trasformazioni: l’unificazione delle due Germanie, lo scioglimento dell’Unione Sovietica, la divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca e la deriva dei nazionalismi nella Federazione Iugoslava, con i conflitti armati che ne sono conseguito lungo i confini serbocroati e in Bosnia-Erzegovina, sino alla sua dissoluzione.
L’Unione Europea si è rafforzata nelle sue scelte comunitarie (moneta unica; banca centrale europea; abolizione della barriere doganali, con libertà di trasferimento, commercio e lavoro per i nuovi cittadini europei; politiche estere concordate); ha cercato nuove convergenze regionali creando lo Spazio Economico Europeo insieme con i paesi restanti dell’EFTA; si è ampliata con l’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia il 1° gennaio 1995; si è aperta ai paesi dell’Europa Orientale.
Il processo di unificazione politica e monetaria ha segnato nuove tappe: il trattato di Amsterdam del 1997, destinato a riformare l’Unione sostituendo quello di Maastricht, al vertice di Copenhagen che ha fissato i criteri per l’ammissione dei paesi candidati (democrazia, diritti umani, rispetto delle minoranze, economia di mercato), il Consiglio di Helsinki che ha avviato i negoziati per l’adesione di Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Cipro e Turchia, il summit di Nizza che nel dicembre 2000 ha ridefinito l’assetto e gli equilibri interni dell’Unione, ha varato la Carta dei diritti fondamentali e ha previsto la graduale adesione, a partire dal 2003, di dodici paesi dell’Europa centrale e orientale. Quanto all’euro, immesso sui mercati nel 1999 e da allora impegnato in un difficile e altalenante confronto con il dollaro, è diventato moneta unica nel 2002, in undici paesi dell’Unione.
Per rafforzare il concetto di Europa unita ad Alba, nel 1971 venne intitolato all’Europa il nuovo corso stradale realizzato in Borgo Piave da via Luigi Einaudi alla rotonda di San Cassiano e previsto dal Piano Regolatore Morini.