Corso Langhe
DATA DI INTITOLAZIONE
28 settembre 1945, ratificata il 19 aprile 1951
UBICAZIONE
Alba, borgo Moretta, da corso Italia al piazzale della Madonna di Moretta
La Langa o le Langhe deriva da “Landa Ligurum” nome derivato dal celtico “land” che significa estensione di terra incolta e piena di boscaglie. In Francia il termine “lande” indica estesi terreni sterili nella Guascogna; in spagnolo alla voce “lane” viene attribuito lo stesso significato.
Si può vedere in “Langa” il latino “lingua” o il germanico “lânge” ad esprimere l’orografia di questa regione formata da lunghi e stretti sistemi collinosi. Questa interpretazione può essere confermata, per il valore che può avere una espressione popolare, dalla frase “andar per Langa” usato dai langaroli a significare un camminare lungo la cresta dei colli.
Domenico Vallada, socio ordinario della Reale Accademia d’Agricoltura di Torino nel suo studio “I tartufi delle Langhe in Italia”, pubblicato a Torino nel 1865 dalla Tipografia Letteraria, scrive delle Langhe: “Storici avvenimenti politici, più o meno notevoli ed importanti, condizioni topografiche, industriali e commerciali, natura ed indole di tendenze e di costumi trassero un tempo gli avi nostri a dividere alte terre costituenti il vecchio Piemonte, in più o meno estese frazioni o regioni non sempre ben definite e distinte nei loro confini, furono applicate varie denominazioni, le quali malgrado nuove e diverse circoscrizioni territoriali create dagli stranieri o nazionali governi, sono tuttavia in uso, siccome quelle, ad esempio, dell’Astigiana, del Monferrato e del Canavese. E tra queste tiene un distino posto il vasto territorio, comunemente conosciuto sotto il nome di Langa, o di Langhe, spettante un tempo all’alto Monferrato, il quale è in massima parte limitato dalle sponde del Tanaro, dell’Orba, e della riviera di ponente del ligustico mare, ed è compreso nei tre circondari d’Alba, d’Acqui e di Mondovì. È divisa la Langa in alta e bassa, costituita la prima da balzi e poggi, e da monticelli non molto produttivi derivanti dalla catena degli Appennini, la quale stacca il suo principale contrafforte al monte Linco, tra la Bormida e il Tanaro, mentre la bassa è formata da fertili e pittoresche colline coronate di innumerevoli alberi da frutta e di scelte viti, produce cereali ed ogni sorta di legumi, è intersecata da deliziose e scelte vallate, e spetta quasi interamente al circondario Albese ed al Monregalese. Pochi lustri sono trascorsi dacché la bassa e domestica Langa, questa nobile terra, sempre feconda di prodi e ferrei soldati, di svegliati e robustissimi artigiani, offriva adunque allo sguardo degli stranieri l’aspetto di una notevole agiatezza e di un attivo commercio di agricole produzioni, quale può essere mantenuto da un popolo operoso e pieno di vita”.
Trattando dei tartufi scrive: “Avendo deliberato di trattare in special modo dei tartufi della Langa, dirò che i circondari d’Alba e di Mondovì sono quelli che ne producono maggior copia, e che i migliori nascono nei territori di Novello, Monforte, Dogliani ed Alba, che il loro prezzo è ordinariamente nei limiti degli otto ai sedici franchi il chilogrammo e che se ne fa grandissimo smercio sui mercati di Bra, Savigliano, Saluzzo, Racconigi, Cherasco, Alba e Dogliani e che in massima parte vengono portati a Torino, ove affluiscono eziandio quelli provenienti dagli altri circondari del Piemonte, e specialmente da quelli d’Alessandria, Asti e Casale. La loro esportazione all’estero non è però menomamente in rapporto coll’abbondanza della naturale produzione, e colla squisitezza del gusto e dell’odore di questi indigeni frutti, in guisa che l’attività e l’estensione di questo commercio in Italia non può in alcun modo reggere al confronto di quello assai più florido che ne è effettuato da altre regioni d’Europa, assai meno favorite dalla natura a tale riguardo, quantunque le loro superiori qualità siano generalmente riconosciute ed ammesse”.