Via IV Novembre
DATA DI INTITOLAZIONE
20 giugno 1930
UBICAZIONE
Alba, in Borgo Moretta, da corso Langhe a corso Enotria
È la data che, convenzionalmente, pone fine, per l’Italia, alla Prima Guerra Mondiale 1915-1918, con la battaglia di Vittorio Veneto e l’armistizio di Villa Giusti, a Trieste, firmato alle ore 15.
Il generale Armando Diaz poté firmare il “Bollettino della Vittoria” che inizia: «I resti di quello che fu un odei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
L’Italia aveva approfittato delle clausole armistiziali imposte da Badoglio a Villa Giusti per occupare immediatamente tutti i territori assegnatici dal Patto di Londra: Trentino, Alto Adige, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Ma per quest’ultima la Serbia fece opposizione, e il contrasto provocò una serie di reazioni a catena che lo resero sempre più aspro.
Per la provincia di Cuneo si ebbero 12.256 caduti (212 ad Alba). Nell’esame dei luoghi nei quali perì la maggior parte dei caduti della provincia si trovano rappresentati pressoché tutti i luoghi tragicamente noti per la crudezza dei combattimenti che vi si svolsero. A parte i 2.413 caduti in strutture sanitarie ci sono 848 militari che sono morti in comuni della provincia di Cuneo.
Tra i luoghi dove si svolsero i combattimenti il Carso guadagna la prima e poco invidiabile posizione per il numero dei caduti: 786, con al secondo posto il Medio Isonzo con 469, di poco superiore all’Altipiano di Asiago (460). L’Ortigara ha sempre avuto una tragica notorietà nella provincia (e non solo in quella di Cuneo, ovviamente), ed a ragione, perché vi lasciarono la vita 325 militari cuneesi, così come il Grappa che si prese l’esistenza giovane di altri 276 cuneesi e la Conca del Plezzo 213.
Scorrendo l’elenco delle località dove cadde il maggior numero di cuneesi si ripercorre tutto il lunghissimo e tormentato fronte italiano.
Sul Rombon lasciarono la vita 131 cuneesi; sul Monte Nero (Krn Vrh) 125; sul Pasubio 149, sul Sabotino 81, sul Monte San Marco 50; sul terribile S. Michele 163, sul Pal Piccolo e sul Pal Grande 110; sul Monte Santo (Sveta Gora) 39; sul Vodice 71; sul San Gabriele, la montagna più intrisa di sangue della storia europea, 36; sul Col di Lana 133; sul Piave 210; nella ritirata di ripiegamento al Piave dopo Caporetto 124; sull’altipiano di Bainsizza 75; nel Settore di Tolmino 119; sul Monte Paularo (Carnia) 60 e si potrebbe continuare.
Risultano 7 militari cuneesi decorati con la medaglia d’oro, 239 con quella d’argento e 234 con quella di bronzo.
Negli anni Trenta il conte Gastone di Mirafiori donò al comune di Alba la riproduzione in bronzo del Bollettino della Vittoria.
Bibliografia:
G. Parusso-A. Degiacomi, Alba e la Grande Guerra, Araba Fenice, 2003;
G. Unia, Figli di questa terra, Nerosubianco, 2005