Sposalizio mistico di Santa Caterina
Neviglie, Parrocchiale di San Giorgio
AUTORE
Macrino d'Alba - Gian Giacomo de Alladio
SOGGETTO
Sposalizio mistico di Santa Caterina e i santi Giovanni Battista, Francesco, Gerolamo, Vincenzo Ferreri e Maddalena
DATAZIONE
1513
UBICAZIONE ATTUALE
Neviglie, Parrocchiale di San Giorgio
PROVENIENZA
Neviglie, Parrocchiale di San Giorgio
TECNICA
Tempera su tavola
Il Bambino Gesù, disteso in grembo sulla madre, si volge verso sinistra per infilare al dito l'anello da sposa a Santa Caterina, la quale é rappresentata in piedi con una mano appoggiata alla ruota dentata, simbolo del supplizio a cui fu sottoposta, sempre in piedi sullo stesso lato troviamo San Giovanni Battista in ginocchio e San Vincenzo Ferreri in piedi. A destra sono rappresentati San Francesco e San Gerolamo in piedi e Maria Maddalena inginocchiata. L'opera è citata da una fonte di fine Settecento su di un altare dedicato alla Madonna del Rosario di patronato dei Marchesi Busca nella chiesa di San Giorgio a Neviglie, dove tuttora è custodita, ma nonostante questa collocazione non si hanno notizie certe sulla committenza. Fleres fu il primo nel 1897 a proporre l'attribuzione a Macrino, proponendo una datazione successiva al 1508, anno del dipinto in San Giovanni ad Alba a cui si può accostare per la luminosità diffusa e morbida e per il disegno addolcito nelle forme dalle precedenti legnosità, mentre Villata, negli ultimi studi effettuati sul pittore, posticipa la datazione all'ultima e involutiva fase della carriera di Macrino. Ancora una volta troviamo il riutilizzo di cartoni di opere precedenti, come per la figura del Bambino, ripresa dalla pala capitolina del 1492, una delle prime opere del pittore. Nello sfondo sono del tutto assenti i riferimenti alle antichità classiche, ma soprattutto manca la creazione di uno spazio nel quale far muovere i personaggi, i quali appaiono come sagome bidimensionali giustapposte una all'altra. Un elemento di regresso è sicuramente riscontrabile nel baldacchino che dovrebbe essere alle spalle della Vergine ed al contrario si trova decisamente arretrato, la Vergine sembrerebbe in piedi, ma un'osservazione più attenta rivela delle sottili nuvole a fare da seggio. Un'impostazione decisamente poco curata, se confrontata con l'impegno prospettico sfoderato in altre occasioni, come, ad esempio, il dipinto del 1498. Queste imperfezioni vengono riscattate da altri particolari di assoluta finezza come il volto della Santa Caterina, definito da soffusi passaggi di luce e la figura del San Gerolamo, con il raffinato dettaglio della mano che regge il sasso; gli altri santi rimangono ad un livello inferiore, in particolare il San Francesco, decisamente scialbo, potrebbe essere opera di un pittore già attivo nella bottega di Macrino per il polittico del 1506 della Galleria Sabauda.
Bibliografia
E.Villata, Macrino d'Alba, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2000.
G. Romano, (a cura di), Macrino d'Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra promossa dalla Fondazione Ferrero (Alba, 20 ottobre-9 dicembre 2001), Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2001