La Grande Peur
Alba, Palazzo Comunale, in mostra dal 15 maggio al 19 giugno 2005. Collezione privata
AUTORE
Gallizio Pinot
SOGGETTO
Quadro con accumulo di svariati oggetti
DATAZIONE
1956
UBICAZIONE ATTUALE
Alba, Palazzo Comunale, in mostra dal 15 maggio al 19 giugno 2005. Collezione privata
PROVENIENZA
Casa Gallizio
TECNICA
tecnica mista e collage (olio, carbone, pigmenti, sabbia, carta stagnola, gusci di uova, piume di uccello) su masonite
Ne La Grande Peur Gallizio sperimenta la tecnica del collage, l'opera presenta, infatti, un accumulo di svariati oggetti: dai gusci di uova frantumati, alle ali di pollo, carta stagnola e sabbia. L'artista indaga il primitivo, secondo una prospettiva antropologica, che, come enuncia il titolo, investiga l'aspetto irrazionale del mondo antico. Egli vuole svelare l'ignoranza di molte credenze popolari, che hanno alimentato la paura della gente, scatenando in essa fobie, sospetti e inquietudini che non avevano ragione d'essere. In particolare, Gallizio si riferisce alle leggende popolari della sua terra, le Langhe, che in passato, all'epoca della sua infanzia, si credeva fossero abitate dalla Masche: fattucchiere in grado di sortire i peggiori incantesimi. Con questa opera egli denuncia le superstizioni e l'ingenuità umana, che spesso porta a credere reali invenzioni della mente; scrive nel 1963: [...] quando le streghe abitavano ancora le nostre città.
Tra il sedimento di materiali, che paiono accumuli di reperti archeologici, residui di umanità, fanno capolino alcuni inquietanti occhi, tracciati con vigorose pennellate bianche su fondo blu, rosa e giallo, direttamente steso sul supporto di masonite. Le piume rimandano ai sortilegi delle streghe, ai loro riti e alle loro pozioni e questi occhi che sbucano, paiono osservare con sguardo intimidatorio lo spettatore. Ci si sente immediatamente partecipi dell'opera, che a sua volta ci guarda, creando uno spaesamento, che subito muta la nostra funzione di pubblico, in agenti del quadro. Se con la ragione l'uomo ha sconfitto i demoni delle false credenze, l'ignoranza magica come la chiama Gallizio, tuttavia egli non è immune da nuove paure, e gli occhi che ci scrutano paiono ammonirci a non lasciarci persuadere dai falsi miti dell'era contemporanea.
Giuseppe, Pinot, Gallizio nasce ad Alba il 12 febbraio del 1902. Laureatosi in chimica e farmacia all'Università di Torino, apre una farmacia in via Cavour ad Alba, che dovrà chiudere nel '41 per problemi politici. Chiamato alle armi durante la Guerra, nel '43 si unisce ai partigiani, divenendo membro del CLN Langhe. Uomo dai molteplici interessi, mosso da un insaziabile desiderio di conoscenza e di scoperta, Gallizio nel corso della sua vita indaga numerosi ambiti di ricerca. Chiusa la farmacia, apre un'erboristeria, dedicandosi allo studio delle erbe; altra grande passione è quella per l'archeologia, che lo vede impegnato in scavi nell'albese, che contribuiranno ad arricchire la collezione del Museo Civico Archeologico Federico Eusebio della sua città. Incontro decisivo è quello avvenuto nel 1952 con Piero Simondo, giovane studente e pittore, che si trasferisce presto a casa di Gallizio, facendo schioccare in lui la scintilla per la pittura. Dalla riflessione teorica sull'arte, Pinot passa alla sua pratica, dedicandosi ad essa fino alla morte. Anche in questo ambito egli elaborerà nuovi procedimenti, tecniche e i primi tentativi di pittura a olio e resine, coniugando la sua attività di chimico con quella recente di pittore e anticipando i futuri sviluppi della ricerca artistica. Nel 1956 organizza ad Alba, con altri illustri esponenti del mondo culturale, Simondo, Jorn, Verrone, Sottsass jr., il Primo Congresso Mondiale degli Artisti liberi.
Gallizio muore improvvisamente per infarto all'età di sessantadue anni, il 13 febbraio del 1964, non riuscendo così a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia, cui era stato invitato dal critico d'arte Maurizio Calvesi, che gli dedicherà una sala personale.
Bibliografia
Pinot Gallizio. Catalogo generale delle opere 1953-1964, a cura di M. T. Roberto, Mazzotta, Mi., 2001.
M. Corgnati, Pinot Gallizio, Edizioni Essegi, Ravenna, 1992.
M. Corgnati, L'uomo di Alba, in Pinot Gallizio, Edizioni F.lli Pozzo, To., 1960.
Pinot Gallizio nell'Europa dei Dissimmetrici, a cura di F. Poli, M. Corgnati, Mazzotta, Mi., 1992.
Pinot Gallizio. Immoralità del perimetro, a cura di M. Vescovo, Mazzotta, Mi., 1994.
Arte in Italia 1945-1960, a cura di L. Caramel, Vita e Pensiero, Mi., 1994.
M. Calvesi, presentazione catalogo XXXII Biennale di Venezia, Venezia, 1964.