Madonna del Carmine e S. Simone Stock
Grinzane Cavour, cupola Parrocchia della Madonna del Carmine
AUTORE
Gaidano Paolo
SOGGETTO
S. Simone Stock che riceve lo scapolare dalla Madonna
DATAZIONE
1895
UBICAZIONE ATTUALE
Grinzane Cavour, cupola Parrocchia della Madonna del Carmine
PROVENIENZA
Realizzato in loco
TECNICA
pittura a fresco su muro
L'artista poirinese Paolo Gaidano inizia il proprio percorso artistico con la pittura di soggetto sacro, che nel corso della sua carriera assumerà maggiore importanza, fino a diventare il suo genere. Anche nella volta della cupola della parrocchiale di Grinzane Cavour, sviluppa un tema religioso, rappresentando S. Simone Stock che riceve lo scapolare dalla Madonna. L'abitino o pazienza permetterà al santo di andare direttamente in Paradiso, nel primo sabato successivo alla morte. La Vergine vestita di bianco, simbolo di purezza e cinta dal manto blu, regge in braccio Gesù Bambino e si protrae in avanti per porgere il prezioso dono a S. Simone, raffigurato in ginocchio, su una nuvola, scostata leggermente più in basso. Accanto alla Madonna del Carmine, sul lato sinistro, un buffo angelo, poggiando i gomiti su una nuvola, assiste incuriosito alla scena. Dietro di lui, si snoda un fila di altri angeli, librati in volo, di cui l'artista ha dipinto soltanto le lunghe ali e i volti, a formare un coro danzante, che arriva al centro della cupola, dove sono raffigurate le tre persone della Santissima Trinità: la veneranda figura del Padre a destra, lo Spirito Santo in alto sotto forma di colomba e il Cristo che regge la croce, intenti nell'eterno colloquio divino, fonte dell'immensa luce, che illumina in alto il cielo.
L'episodio si svolge in un'atmosfera dinamica, profusa di luminosità, che Gaidano ha saputo rendere esclusivamente attraverso sapiente uso del colore. L'artista ha suddiviso la cupola in due campiture cromatiche, la prima fascia in basso, dove si svolge la scena principale, è caratterizzata dai grigi, i bruni, sporcati dalle pennellate più scure, mentre il cielo della fascia superiore è intriso di giallo e rosa. A dividere le due zone cromatiche, la teoria di angeli dipinti di viola. Si tratta di tinte delicate, liquide, stese per larghe campiture, che donano all'opera un'atmosfera sacrale e di diffusa armonia.
Vero protagonista è il colore, dunque, attraverso il quale Gaidano dà vita a forme dinamiche, pulsanti, le pennellate vibranti, lasciano trapelare la gestualità ariosa ed energica dell'artista. Come scrive A. Stella: Gaidano ha il talento della tavolozza inclinato alla forza più che alla grazia. Il colore per lui materiale plastico è la forma colorata, che si accentua con la poesia del chiaroscuro.
Questo affresco testimonia quanto l'artista sapesse rendere la luce, individuando per ogni spazio la più consona colorazione ed integrando magistralmente luce, forma e colore. A differenza di altre opere presenti sul territorio, che versano in cattivo stato di conservazione e che non sono leggibili nella loro completezza, l'affresco di Grinzane è ben conservato, ciò permette di ammirare appieno l'intensità cromatica che lo contraddistingue. Gaidano trascura infatti la ricerca dei particolari, a favore dell'uso di colori caldi, come il giallo, il rosa, i bruni, stesi con pennellate fluide e vigorose, per rendere l'espandersi della luce e creare in chi guarda un immediato impatto emotivo.
Paolo Gaidano è sicuramente uno dei più famosi artisti poirinesi dell'Ottocento. Nonostante la morte prematura (1916), egli ha realizzato numerose opere in tutta Italia, raccogliendo gli entusiasmi del pubblico e l'elogio della critica. Nato a Poirino nel 1861 da un'umile famiglia di contadini, anche a lui sarebbe toccata in sorte una modesta vita da garzone di campagna, se il pittore Emanuele Appendini, accortosi della sua attitudine al disegno, non avesse deciso di aiutarlo, persuadendo il Comm. G. Melano a pagare al giovane il corso di disegno e di pittura all'Accademia Albertina di Torino. Dopo soli quattro anni di studi, nel 1879 Gaidano vince la medaglia d'oro al concorso triennale, iniziando precocemente la propria carriera artistica, che sarà costellata di numerosi premi.Tre furono i rami nei quali egli si distinse con uguale maestria: l'affresco, il ritratto e la pittura di genere, che gli permise di accostare all'abilità artistica la sua fantasia creativa. Capace di portare avanti più lavori contemporaneamente, egli ricevette molti incarichi, che lo videro impegnato soprattutto quale affreschista ad abbellire chiese ed edifici sacri.
Bibliografia
A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte 1842-1891, Paravia, To., 1983.
W. Accigliaro, S. Brovia, G. Carosso, Il viaggio di Francesco: sulle tracce del santo nelle terre di Langa, Sorì Edizioni, Piobesi d'Alba, 2001.
F. Pavesio, Artisti poirinesi del passato, Cromatic Color, Chieri, 1984.
AA.VV, Arte in Bra, a cura di E. Molinaro, Bra, 1988.
L. Botto, A. Bianchi, E. Forzinetti, Bra, l'arte, la storia, la città, Paravia, Torino, 1995.