Lo spazio incredulo dei dissimmetrici
Collezione privata
AUTORE
Gallizio Pinot
SOGGETTO
Elemento di un'installazione ambientale
DATAZIONE
1959
UBICAZIONE ATTUALE
Collezione privata
PROVENIENZA
Collezione privata per acquisto
TECNICA
tecnica mista (olio, resine plastiche) su tela
La lunga tela è stata ideata da Gallizio quale elemento costruttivo di un'opera ambientale, mai realizzata, dal titolo Tempio dei miscredenti, di cui restano soltanto due componenti, oltre questa tela, I Jonidi nel vuoto incombinato.
Il rotolo conserva tracce della sua originaria funzione di installazione ambientale, nella ricca pittura, che si presenta quale decorazione parietale; dallo sfondo bianco emergono vigorosi e prorompenti tratti neri, quasi graffiati dal pennello, che creano un percorso dinamico sul muro. Le pennellate animano la parete, invadendo lo spazio con la loro vitalità, sono tratti veloci, stesi in ampie campiture cromatiche. Il nero, colore predominante, interviene sporcando la base sottostante, il bianco diventa grigio e dai segni emerge l'impetuosità del gesto artistico, che rievoca la suggestione della grotta preistorica. Come la Caverna, di poco successiva, anche il Tempio rappresenta un luogo di culto, rimanda, infatti, alla religiosità pagana, i miscredenti sarebbero i barbari, le antiche popolazioni non ancora civilizzate.
Il tema alchemico, religioso espresso nei titoli favoleggianti dell'opera, rimane una costante della ricerca artistica di Gallizio, che porta l'attenzione sul nostro passato primigenio, attraverso il dilagare della pittura, che sconfina nell'ambiente. Pura libertà gestuale, espressione del flusso dei pensieri dell'artista, che si susseguono rapidi e che trovano un punto di tangenza nell'opera d'arte: qui l'alchimia e la scienza si riuniscono, amalgamandosi nei densi impasti cromatici.
Giuseppe, Pinot, Gallizio nasce ad Alba il 12 febbraio del 1902. Laureatosi in chimica e farmacia all'Università di Torino, apre una farmacia in via Cavour ad Alba, che dovrà chiudere nel '41 per problemi politici. Chiamato alle armi durante la Guerra, nel '43 si unisce ai partigiani, divenendo membro del CLN Langhe. Uomo dai molteplici interessi, mosso da un insaziabile desiderio di conoscenza e di scoperta, Gallizio nel corso della sua vita indaga numerosi ambiti di ricerca. Chiusa la farmacia, apre un'erboristeria, dedicandosi allo studio delle erbe; altra grande passione è quella per l'archeologia, che lo vede impegnato in scavi nell'albese, che contribuiranno ad arricchire la collezione del Museo Civico Archeologico Federico Eusebio della sua città. Incontro decisivo è quello avvenuto nel 1952 con Piero Simondo, giovane studente e pittore, che si trasferisce presto a casa di Gallizio, facendo schioccare in lui la scintilla per la pittura. Dalla riflessione teorica sull'arte, Pinot passa alla sua pratica, dedicandosi ad essa fino alla morte. Anche in questo ambito egli elaborerà nuovi procedimenti, tecniche e i primi tentativi di pittura a olio e resine, coniugando la sua attività di chimico con quella recente di pittore e anticipando i futuri sviluppi della ricerca artistica. Nel 1956 organizza ad Alba, con altri illustri esponenti del mondo culturale, Simondo, Jorn, Verrone, Sottsass jr., il Primo Congresso Mondiale degli Artisti liberi.
Gallizio muore improvvisamente per infarto all'età di sessantadue anni, il 13 febbraio del 1964, non riuscendo così a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia, cui era stato invitato dal critico d'arte Maurizio Calvesi, che gli dedicherà una sala personale.
Bibliografia
Pinot Gallizio. Catalogo generale delle opere 1953-1964, a cura di M. T. Roberto, Mazzotta, Mi., 2001.
M. Corgnati, Pinot Gallizio, Edizioni Essegi, Ravenna, 1992.
M. Corgnati, L'uomo di Alba, in Pinot Gallizio, Edizioni F.lli Pozzo, To., 1960.
Pinot Gallizio nell'Europa dei Dissimmetrici, a cura di F. Poli, M. Corgnati, Mazzotta, Mi., 1992.
Pinot Gallizio. Immoralità del perimetro, a cura di M. Vescovo, Mazzotta, Mi., 1994.
Arte in Italia 1945-1960, a cura di L. Caramel, Vita e Pensiero, Mi., 1994.
M. Calvesi, presentazione catalogo XXXII Biennale di Venezia, Venezia, 1964.