Gloria del Cristo Re
Alba, Chiesa del Cristo Re
AUTORE
Politi Ermanno
SOGGETTO
Raffigurazione del Cristo fra Angeli e personaggi vari
DATAZIONE
1960/1961
UBICAZIONE ATTUALE
Alba, Chiesa del Cristo Re
PROVENIENZA
Realizzato in loco
TECNICA
acrilico su muro
L'interesse per l'affresco non è tuttavia un fatto isolato per Ermanno Politi, ma s'inserisce all'interno di un contesto più ampio. Nel '900, infatti, si assiste ad una vera e propria rivalutazione della pittura su muro, che coinvolgerà numerosi artisti, i quali, non avendo conoscenze pratiche, dovranno riprendere i procedimenti esecutivi del passato. Alla tecnica tradizionale, usata nella preparazione dell'intonaco, si accostano i moderni prodotti industriali (come bitume e paraffina) e tali sperimentazioni causeranno il precoce degrado delle opere. Tra i materiali che recano i danni maggiori va ricordato il colore acrilico, che presenta spogliamenti, alterazioni cromatiche e attrae per effetto elettrico la polvere che va ad intaccare la superficie pittorica.
Proprio in acrilico Politi dipinge tra il 1960-61 la grande parete absidale della chiesa del Cristo Re di Alba. Egli adotta la tecnica a secco: su intonaco cementizio preesistente stende una base verde, su cui traccia il disegno a spolvero. L'uso dell'acrilico gli ha permesso di accostare ai colori tradizionali, come l'ocra, le terre rosse, le tonalità vivaci della produzione novecentesca quali l'arancio di cromo, il blu ceruleo e il rosso cadmio.
Il tema rappresentato è il Cristo Re, cui la chiesa è dedicata, che emerge in primo piano, occupando la parte centrale del dipinto. Dietro di Lui sfavilla la croce, che emana luce, concreta testimonianza della morte di Cristo per la salvezza dell'uomo. Tutt'intorno angeli recanti i simboli della regalità e gli strumenti della Passione. Disposti a semicerchio ai piedi della croce si trovano i Santi: al centro gli Apostoli con la Vergine Maria, Pietro e Giovanni, ai fianchi i Martiri e i Confessori della fede. Una fascia che delimita in basso la rappresentazione reca la scritta Redimisti nos Domine in sanguine Tuo, et fecisti nos Deo nostro regnum. L'opera è firmata e datata in basso a destra, 18 marzo 1961.
Per certe soluzioni formali e per lo studio dei volumi, i modelli cui l'artista s'ispira sono le grandi pitture su muro di Giotto e di Masaccio. Egli dà rilievo ai panneggi attraverso un attento studio del chiaroscuro e ottiene effetti di luce e ombra contornando la figura con una linea bruna. La sua tendenza per il racconto ben si esplica negli affreschi, grandi composizioni, in cui centrale è la figura, tracciata con disegno fermo.
Purtroppo, oggi non è possibile leggere l'opera così come Politi la realizzò, poiché nel 1993, con incauti interventi di restauro, si pensò di rimuovere lo sporco superficiale, quale il nero fumo delle candele, lavando il dipinto. Tale procedimento invasivo ha danneggiato ancor più l'opera, causando la perdita della brillantezza delle tinte e delle velature bianche e disperdendo alcuni particolari dei volti e dei panneggi, che non si possono più cogliere.
Ermanno Politi nasce a Velletri il 31 luglio 1910. Tre anni più tardi si trasferisce con la famiglia a Torino e nel 1929 si iscrive all' Accademia Albertina, iniziando i corsi di pittura di Cesare Ferro, eccellente Maestro anche di disegno, incisione e di affresco. Artista poliedrico, Politi non indaga soltanto la pittura, ma mostra vivo interesse anche per la scultura e nel 1954, in occasione del Concorso Fontana, Roberto Terracini gli affida l'incarico per l'esecuzione di cinque pannelli in mosaico e ceramica. Altra importante produzione è costituita dai bozzetti e disegni per cartelloni pubblicitari, si ricordano i manifesti per le Società Ippiche piemontesi, come quelli realizzati per le corse di cavalli di Vinovo.
A partire dagli anni Trenta Politi inizia ad accostarsi ad un'altra tecnica artistica: l'affresco, che assumerà importanza tale da costituire vero e proprio carattere identificativo della sua arte. Scrive Auneddu: E. Politi continua sempre ad essere impegnato nella realizzazione di pitture murali, a lui molto richieste, perché congeniali alla sua arte magra, asciutta, sempre stesa in bella superficie piana e compatta. Per quasi sessanta anni si dedica alla pittura murale, lavorando soprattutto in Piemonte e Val d'Aosta; i soggetti sono sia laici che religiosi e le tecniche adottate spaziano dalla pittura a fresco, all'acrilico, al mosaico, all'encausto.
Bibliografia
Ermanno Politi, a cura di G. Auneddu e G. Mantovani, Mariogros, To., 1997.
S. Lupo, Problema di tecniche e di conservazione della pittura murale del '900 italiano: il caso di Ermanno Politi, in G. Auneddu e G. Mantovani Ermanno Politi, Mariogros, To., 1997.
Ermanno Politi, a cura di G. Auneddu e F. Sottomano, La finestrella galleria d'arte, Canelli, 1999.
Ermanno Politi, il disegno, a cura di G. Auneddu e G. Mantovani, Franco Masoero galleria d'arte, To., 1998.