Antiluna
Alba, Palazzo Comunale, in mostra dal 15 maggio al 19 giugno 2005. Collezione privata
AUTORE
Gallizio Pinot
SOGGETTO
Rotolo di pittura
DATAZIONE
1957
UBICAZIONE ATTUALE
Alba, Palazzo Comunale, in mostra dal 15 maggio al 19 giugno 2005. Collezione privata
PROVENIENZA
Collezione privata per acquisti
TECNICA
tecnica mista (olio, resine plastiche, pigmenti, sabbia) su tela
L'opera faceva parte di un unico rotolo di tela, tagliato dopo il 1980 in due parti, una di 86,5x228 cm e una porzione più lunga di cm 86,5x701. La prima raffigura un cielo notturno di colore nero pece, illuminato dalla presenza della grossa luna tonda, fanno capolino pennellate gialle, rosse e tocchi di colore blu, che paiono indicare le stelle. Nella tela più lunga, prevalgono, invece, gli arancioni e i rossi, sporcati dal nero dirompente, che interviene a movimentare l'opera nelle larghe pennellate. Gallizio sprigiona la propria libertà gestuale, animando la materia col suo tratto trascinante, violento e antiestetico. Il nero, infatti, oscura il colore sottostante, lo amalgama a sé, in vortici cromatici scuri, densi, che contribuiscono a creare un senso di inquietudine. Il colore è intorpidito dalla grande ombra nera che, come magma rovente, scende a coprire ogni cosa, annullando le cromie esistenti. Prevale la gestualità, l'incalzare trepidante del segno e i colori tingono l'atmosfera di una cromia luciferina. Inspessita dai numerosi strati di resine e pittura a olio, la tela, quasi accartocciata, presenta craquelure lungo tutta la superficie e pare resistere a fatica al peso della materia pittorica, che lentamente la trasforma.
L'opera è stata elaborata a pochi anni di distanza dalla coniazione del termine pittura-industriale, adottato nel 1956 nel volantino-manifesto del Movimento immaginista.
Attraverso la pratica della pittura stesa su lunghi rotoli di tela, dipinti con tecnica a stampaggio e con interventi manuali a olio e resine, Gallizio cerca di concretizzare le proprie teorie estetico/artistiche in opere che non si configurano più come quadri, delimitati dalla cornice, ma come prorompere libero di pittura, che dialoga con lo spazio, fino ad impossessarsi di esso. In questo modo, egli supera la dimensione chiusa del quadro, per far dilagare attraverso la gestualità l'arte nel mondo reale. Scrive Gallizio ne Il Manifesto della pittura industriale del 1959: La grande era delle resine è cominciata e con essa l'uso della materia in movimento [...]. D'ora in avanti il tempo sarà un valore emotivo e sarà basato sui cambiamenti repentini.
Giuseppe, Pinot, Gallizio nasce ad Alba il 12 febbraio del 1902. Laureatosi in chimica e farmacia all'Università di Torino, apre una farmacia in via Cavour ad Alba, che dovrà chiudere nel '41 per problemi politici. Chiamato alle armi durante la Guerra, nel '43 si unisce ai partigiani, divenendo membro del CLN Langhe. Uomo dai molteplici interessi, mosso da un insaziabile desiderio di conoscenza e di scoperta, Gallizio nel corso della sua vita indaga numerosi ambiti di ricerca. Chiusa la farmacia, apre un'erboristeria, dedicandosi allo studio delle erbe; altra grande passione è quella per l'archeologia, che lo vede impegnato in scavi nell'albese, che contribuiranno ad arricchire la collezione del Museo Civico Archeologico Federico Eusebio della sua città. Incontro decisivo è quello avvenuto nel 1952 con Piero Simondo, giovane studente e pittore, che si trasferisce presto a casa di Gallizio, facendo schioccare in lui la scintilla per la pittura. Dalla riflessione teorica sull'arte, Pinot passa alla sua pratica, dedicandosi ad essa fino alla morte. Anche in questo ambito egli elaborerà nuovi procedimenti, tecniche e i primi tentativi di pittura a olio e resine, coniugando la sua attività di chimico con quella recente di pittore e anticipando i futuri sviluppi della ricerca artistica. Nel 1956 organizza ad Alba, con altri illustri esponenti del mondo culturale, Simondo, Jorn, Verrone, Sottsass jr., il Primo Congresso Mondiale degli Artisti liberi.
Gallizio muore improvvisamente per infarto all'età di sessantadue anni, il 13 febbraio del 1964, non riuscendo così a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia, cui era stato invitato dal critico d'arte Maurizio Calvesi, che gli dedicherà una sala personale.
Bibliografia
Pinot Gallizio. Catalogo generale delle opere 1953-1964, a cura di M. T. Roberto, Mazzotta, Mi., 2001.
M. Corgnati, Pinot Gallizio, Edizioni Essegi, Ravenna, 1992.
M. Corgnati, L'uomo di Alba, in Pinot Gallizio, Edizioni F.lli Pozzo, To., 1960.
Pinot Gallizio nell'Europa dei Dissimmetrici, a cura di F. Poli, M. Corgnati, Mazzotta, Mi., 1992.
Pinot Gallizio. Immoralità del perimetro, a cura di M. Vescovo, Mazzotta, Mi., 1994.
Arte in Italia 1945-1960, a cura di L. Caramel, Vita e Pensiero, Mi., 1994.
M. Calvesi, presentazione catalogo XXXII Biennale di Venezia, Venezia, 1964.
P. Gallizio, Il Manifesto della pittura industriale, Eredi Brancusi, 1994.