Autoritratto
Torino, Museo Civico d'Arte Antica
AUTORE
Macrino d'Alba - Gian Giacomo de Alladio
SOGGETTO
Autoritratto giovanile con strumenti di lavoro
DATAZIONE
1495 circa
UBICAZIONE ATTUALE
Torino, Museo Civico d'Arte Antica
PROVENIENZA
Dono di Pietro Accorsi al Museo Civico d'Arte Antica nel 1938
TECNICA
Tempera su tavola
Sul retro della tavola un cartellino con grafia ottocentesca riporta la seguente iscrizione: "Effige del celebre pittore Macrino cittadino di Alba dove nacque dalla famiglia Alladio verso il 1460 e vi morì verso il 1520. Posseduta dal notaro Celeste Secondo Chiaffrini di Bra. Emblemi, portamenti, aura del viso / che se fece un pittor han qui deciso; / studia lo stil, e dì se sei convinto / abbia qui Macrino se stesso dipinto [.] / Lo genio tal da oltre tre secoi morto / sarà all'albense culla ora risorto". Grazie a queste informazioni, sappiamo che questo dipinto si trovava nella collezione del notaio Chiaffrini di Bra, in seguito fu acquistato dall'antiquario Pietro Accorsi che lo donò al Museo Civico d'Arte Antica nel 1938.
L'opera non ha avuto grande fortuna critica e sono stati espressi da alcuni critici dei dubbi sull'attribuzione a Macrino, soprattutto per la differenza qualitativa con le altre opere datate dell'artista; un ostacolo ad una corretta lettura proveniva anche dalle cattive condizioni di conservazione, infatti l'opera ha subito una pulitura radicale in epoca antica e numerosi ritocchi nel corso del tempo. Tali ritocchi sono stati eliminati nell'ultimo restauro, durante il quale é emerso che la parte inferiore del dipinto era molto danneggiata, in particolare nella zona della mano sinistra.
L'effigiato si presenta con gli strumenti del suo mestiere cioè il pennello e il poggiabraccio, l'abbigliamento rivela una certa ricercatezza, indice di un'orgogliosa rappresentazione di sé nei panni di pittore. L'impostazione di tre quarti del ritratto, da tempo affermatasi nella ritrattistica centroitaliana, si ritrova nel ritratto di Benvenuto di San Giorgio del 1499 e nel ritratto di Anna d'Alençon del 1503 dello stesso autore. Va segnalato che proprio a partire dal trittico del 1495 compare nel catalogo noto del Macrino il genere del ritratto, all'inizio si tratta di donatori in adorazione della Madonna e del Bambino, in seguito saranno ritratti autonomi. E' stata avanzata una datazione intorno al 1495 per le forti analogie con il trittico del Museo Civico di Torino dove troviamo una gamma cromatica basata su tinte calde e una forte somiglianza con il volto del San Tommaso d'Aquino; un altro confronto convincente lo si può fare con il Sant'Ugo di Canterbury nel polittico di Pavia del 1496. Inoltre la data 1495 si adatta ad un'età del pittore intorno ai venticinque anni e giustifica alcune incertezze come il braccio sinistro troppo corto, le spalle cadenti ed ancora l'asimmetria degli occhi, indice di una difficoltà dell'autore nel riprodurre la propria immagine riflessa allo specchio e forse di uno scarso impegno nell'esecuzione.
Bibliografia
E.Villata, Macrino d'Alba, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2000.
G. Romano, (a cura di), Macrino d'Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra promossa dalla Fondazione Ferrero (Alba, 20 ottobre - 9 dicembre 2001), Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2001.