Madonna con Bambino in trono
Torino, Galleria Sabauda
AUTORE
Macrino d'Alba - Gian Giacomo de Alladio
SOGGETTO
Grande Pala d'Altare che rappresenta la Madonna con Bambino in trono, i santi Giovanni Battista, Giacomo, Gerolamo, Ugone
DATAZIONE
1498
UBICAZIONE ATTUALE
Torino, Galleria Sabauda
PROVENIENZA
Acquisto nel 1872 dal Seminario di Asti
TECNICA
Tempera verniciata su tavola
Sotto un'arcata di portico è collocata la Vergine Maria con Gesù in grembo, nell'alto di ricevere un fiore da un putto sulla sinistra, mentre sulla destra un altro putto suona uno strumento musicale. Nuvole sostenute da angeli formano il sedile su cui sono adagiati la Vergine e il Bambino. In basso a sinistra San Giacomo e San Giovanni e a destra San Gerolamo e Sant'Ugo; al centro sotto alla Madonna due angeli in piedi e due seduti su di uno sgabello suonano e cantano. Ai piedi dello sgabello troviamo il cartiglio con la firma Macrinus faciebat 1498, sull'orlo dell'abito di San Gerolamo vi è un'altra scritta Macrinus de Alba faciebat. La grande pala, oggi alla Galleria Sabauda, fu dipinta per la Certosa di Valmanera presso Asti e, secondo una fonte dell'Ottocento, non più verificabile, una famiglia astigiana, De laurenzi o Lorenzi, donò ai certosini astigiani una cascina chiamata la Margheria a condizione che nella chiesa della Certosa fosse eretto un altare e fosse dipinta la presente icona; i Lorenzi però probabilmente non ne seguirono l'arredo, infatti nell'opera non troviamo committenti o allusioni a questa famiglia; una testimonianza del Vernazza del 1770 ne indica la sistemazione sull'altare dedicato a San Bruno. In seguito alla soppressione della Certosa da parte del governo francese l'opera andò all'incanto con gli altri beni della Certosa e giunse in seguito per donazione al Seminario di Asti, dove la vide Giovanni Battista Cavalcaselle che ne caldeggiò l'acquisizione da parte della Galleria Sabauda nel 1871. Nel dipinto troviamo accanto a santi conformi alla tradizione, come San Giovanni Battista e Gerolamo, due santi certosini il San Giacomo, titolare della Chiesa di Valmanera e Sant'Ugo; l'assenza di San Bruno farebbe pensare ad una iniziale destinazione più importante per quest'opera rispetto ad un modesto altare di patronato. Inoltre l'impostazione della pala a spazio unificato rappresentava un rarità in Piemonte e nel catalogo di Macrino ritroveremo un solo dipinto con una simile impaginazione, ma dalle dimensioni più ridotte, solo nel 1505 per il Duomo di Torino (oggi in Galleria Sabauda) a conferma di una sostanziale estraneità al gusto dominante. In quest'opera figurano molte citazioni delle antichità romane e della cultura figurativa centroitaliana e, come già nel polittico della Certosa di Pavia, troviamo un artista desideroso di sfoderare il proprio bagaglio culturale, frutto del soggiorno romano, per imporsi nell'area del Monferrato e dell'astigiano. Ad esempio l'imbotte dell'arco trova un riferimento puntuale nell'arco di Settimio Severo a Roma e l'angelo seduto con la gamba accavallata potrebbe essere una citazione del cosiddetto Spinario; nell'estrema sinistra del bel paesaggio lacustre, dominato da conformazioni rocciose, compare un edificio che serba memoria del Settizonio di Roma; le figure dei Santi e degli angeli trovano riscontri in opere romane, da Pinturicchio a Luca Signorelli, e gli angeli reggicartiglio si rifanno ad una tipologia diffusa nella pittura umbro-romana.
L'ultimo restauro liberando l'opera da vernici ossidate, riunendo le tre assi che compongono il dipinto, ha fatto emergere la battuta della cornice originale, la cui architettura continuava illusionisticamente nell'arcone, ma soprattutto ha permesso una lettura migliore della qualità cromatica, caratterizzata da colori freddi nella parte alta del dipinto ( blu, azzurro e grigio perlaceo nella zona più illuminata sulla sinistra del sottarco) mentre invece la zona inferiore è caratterizzata da tinte calde, dal rosa del pavimento in marmo alle stoffe cangianti degli abiti di santi e angeli.
Bibliografia
E.Villata, Macrino d'Alba, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2000.
G. Romano, (a cura di), Macrino d'Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra promossa dalla Fondazione Ferrero (Alba, 20 ottobre-9 dicembre 2001), Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2001.