Madonna con Bambino e quattro Angeli - trittico
Tortona, Vescovado
AUTORE
Macrino d'Alba - Gian Giacomo de Alladio
SOGGETTO
Madonna con Bambino e quattro Angeli, San Bernardo di Chiaravalle e Annibale Paleologo, San Giovanni Battista
DATAZIONE
1499
UBICAZIONE ATTUALE
Tortona, Vescovado
PROVENIENZA
Abbazia di Lucedio
TECNICA
Tempera su tavola
Il trittico in origine faceva parte del registro inferiore di un polittico a sei scomparti; del registro superiore è ancora rintracciabile lo scomparto centrale che raffigura il Compianto sul Cristo Morto e si trova attualmente in collezione privata; il trittico è inserito in una cornice realizzata nel 1931. In origine quest'opera decorava l'altare maggiore dell'abbazia di Lucedio; nel 1792 in seguito alla soppressione della congregazione, avvenne la rimozione del polittico che passò al Vescovado di Tortona. Secondo quanto riferisce nel 1745 Giovanni Andrea Irico, canonico della collegiata di Trino, sulla carpenteria del polittico vi era un'iscrizione che attesta la committenza di Annibale Paleologo e l'esecuzione da parte del Macrino.
Nello scomparto centrale vediamo la Vergine seduta su di un trono che tiene con la mano sinistra un libro e con l'altra mano sostiene il Bambino, rappresentato nell'atto di benedire con una mano mentre con l'altra regge un mela, frutto dell'albero del bene e del male, che allude alla redenzione dal peccato originale; in alto due angeli reggono una corona sollevata sul capo della Vergine, mentre altri due angeli seduti sul gradino del trono suonano l'uno un violino e l'altro una cornamusa. Il cartello apposto sul gradino del trono riproduce la firma Macrinus. D. Alba. Faciebat 1499, nella decorazione di tale gradino si trovano cinque monogrammi che sembrano riferirsi ad Annibale Paleologo. Nello scomparto laterale sinistro troviamo San Bernardo di Chiaravalle con la cocolla bianca, l'abito dei cistercensi, mentre tiene con la mano sinistra il pastorale e con l'altra mano presenta il committente Annibale Paleologo, il quale, inginocchiato e rivolto verso la Madonna e il Bambino, indossa l'abito di velluto rosso da protonotario apostolico, infatti Annibale fu abate commendatario dell'abbazia cistercense di Lucedio dal 1485 al 1513. Nello scomparto destro San Giovanni Battista, come di consueto vestito con l'abito di pelle di cammello, sorregge con una mano un lungo bastone sormontato da una croce e con l'altra il cartiglio con la scritta Ecce Agnus Dei. Come già accennato, nel registro superiore vi era al centro il Compianto sul Cristo morto e, nei due laterali, a sinistra San Benedetto e a destra San Gerolamo. Fra i committenti di Macrino troviamo illustri personalità della corte casalese, ma in quest'opera abbiamo una diretta committenza per un esponente della dinastia dei Paleologi; il nostro artista come già nel polittico per la Certosa di Valmanera, oggi alla Galleria Sabauda, privilegia un'impaginazione solenne, predilige una cromia smaltata e splendente, che immerge i personaggi in un'atmosfera rarefatta, nel tentativo di creare uno stile cortigiano e altero, di astrattezza araldica; siamo di fronte all'esordio di un tipo di pala ufficiale dove troviamo le citazioni della Roma classica nel paesaggio, come omaggio all'aggiornamento culturale del suo committente, un sapiente uso del colore che però Macrino non saprà rinnovare ed aggiornare per una committenza tanto esigente che già guardava all'affermazione della maniera moderna, tant'è che Annibale sceglierà per la decorazione del proprio palazzo vercellese non più il quattrocentesco Macrino ma Eusebio Ferrari.
Bibliografia
E.Villata, Macrino d'Alba, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2000.
G. Romano, (a cura di), Macrino d'Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra promossa dalla Fondazione Ferrero (Alba, 20 ottobre - 9 dicembre 2001), Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2001.