Manifesto XXV Fiera Tartufo di Alba
Alba, Fondazione Ferrero
AUTORE
Fontana Lucio
SOGGETTO
Manifesto della XXV Fiera del Tartufo di Alba
DATAZIONE
1955
UBICAZIONE ATTUALE
Alba, Fondazione Ferrero
PROVENIENZA
Dono di Pier Giorgio Gallizio
TECNICA
tempera e collage su carta
Intorno agli anni Cinquanta, quando la scena artistica albese era animata dalla figura di Pinot Gallizio, vennero promosse numerose iniziative culturali, che coinvolsero i principali esponenti del panorama internazionale. Tale fermento spiega la presenza di una personalità quale Lucio Fontana, chiamato nel 1955 a ideare il Manifesto della XXV Fiera del Tartufo. Il piccolo manifesto svela nella sua apparente semplicità e linearità la geniale espressione stilistica e teorica dell'artista.
Per meglio comprendere la sua poetica, è necessario aprire una breve parentesi sulla situazione italiana tra il 1945 e il 1960, caratterizzata dal sorgere dell'Informale, ovvero di un'arte che si esprime attraverso il segno e il gesto. L'intervento di Fontana sulla tela si assolutizza in un gesto estremo e certamente provocatorio: egli taglia il supporto artistico; il taglio implica la volontà di oltrepassare lo spazio fisico bidimensionale dell'opera, per espanderla all'infinito, verso spazi cosmici. L'artista non rifiuta dunque la tradizione, egli continua a dipingere nella maniera classica, con tela e pennelli, ma apre una nuova strada linguistica: il gesto è il vero protagonista dell'opera, un taglio diretto, lineare e di grande bellezza formale.
Anche nel Manifesto della Fiera del Tartufo, l'artista opera un rovesciamento rispetto alla consuetudine pittorica, perché non parte dal supporto, la carta, come fondo per disegnare, ma con un movimento verso l'interno, oltrepassa la base per svelare ciò che si trova oltre, dietro di essa. Con grande inventiva, Fontana ritaglia la carta su tre lati in forme di piccole parallelepipedi, riempie lo spazio vuoto che questi creano inserendovi collages di pezzi di stoffa azzurra, infine colora a tempera il lembo di carta, che pende dal quarto lato della figura geometrica. In questo modo anima la superficie di strisce orizzontali bicolore, rosse, nere, gialle, blu che risaltano sulla tinta chiara, ormai ingiallita, della carta. In alto a destra corre la scritta in grassetto nero Città di Alba e in basso a sinistra XXV Fiera del Tartufo, la firma è apposta a matita in basso a destra. Anche in questo caso, è nel gesto che si concretizza e si definisce il valore formale ed estetico dell'opera; le aperture cromatiche di Fontana, nella loro linearità orizzontale, ricordano i profili tracciati dalle vigne sulle colline delle Langhe, rappresentando pertanto un omaggio alla capitale di queste terre, Alba.
Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fè (Argentina) da una famiglia di artisti, il padre era scultore e il nonno pittore. Lucio, ereditata la stessa passione per l'arte, sperimenterà entrambe le discipline, dapprima studiando scultura con il padre e successivamente iscrivendosi all'Accademia di Brera sotto la guida di Adolfo Wildt. Artista di fama internazionale, di cui non è facile schematizzare le tappe del ricco percorso professionale, egli viene ricordato soprattutto quale inventore dello Spazialismo, che ha origine a Milano nel 1947. Tale movimento è teso al rinnovamento dell'arte, che viene proiettata, attraverso i tagli inferti alla tela, in una dimensione cosmica, in un tempo infinito. Il grande e geniale contributo di Fontana consiste, dunque, nell'aver creato opere contemporanee estremamente innovative, senza mai dimenticare la tradizione dell'arte italiana; egli non rinuncia alla tela e alla pittura, ma le adotta per valorizzare ed esaltare il gesto artistico, che negli squarci, nei buchi genera nuove possibilità spaziali, pur restando attento ai valori formali. Negli anni Cinquanta anticipa le future sperimentazioni ambientali, con l'installazione Ambiente nero a luce di Wood 1949, considerata tra le opere più rivoluzionarie dell'arte internazionale. Muore nel 1968 a Comabbio (Varese).
Bibliografia
F. Vedovello, M. Meneguzzo, Il Tempo dell'arte. Dal Neoclasiicismo all'arte globale, Ghisetti e Corvi Editori, Mi., 2003.
A. Dragone, Le Langhe e i loro pittori, Umberto Allemandi & C., 1998.
Arte in Italia, a cura di L. Caramel, Vita e Pensiero, Mi., 1994.
Pinot Gallizio. Catalogo generale delle opere 1953-64, a cura di M. T. Roberto, Mazzotta, Mi., 2001.