Miliu a Treiso
Marina Blengio ed Emilio Aimasso erano sposi agricoltori a Treiso; gli anni erano quelli ’50, la terra pagava poco, e quel poco che dava si otteneva con una fatica d’inferno.
Fu nel 1961 che venne l’occasione di comprare, lì a Treiso, la vecchia Trattoria dell’Unione, l’”ostu” che in paese dicevano “quello di sotto” per distinguerlo dall’altro che nella piazza era all’ombra dei platani.
900.000 lire e l’acquisto fu concluso, locale e licenza comprensiva di commestibile, panetteria e macelleria. Ma non si rivelò un contratto coi fiocchi: tutto l’ambiente era guasto, da rifare, da riattare.
Le spese da sostenere erano tante, enormi, le monete poche, le prospettive non rosee del tutto perché il paese era piccolo e la gente aveva i soldi contati.
Continuarono, così, ad essere anche sposi agricoltori, e i soldi della campagna, guadagnati magari nei momenti della giornata di solito dedicati al riposo, servivano a saldare i debiti, a far andare avanti il locale, a pagare il garzone che veniva a fare il pane.
Con Marietta, la madre, cominciarono a cucinare per gli altri, dal nulla, dando quello che da sempre sapevano fare per loro in casa: tajarin, coniglio ai peperoni, pollo alla cacciatora, tume speciali, bunet della nonna, frutta sciroppata messa nei barattoli d’estate.
La fedeltà alla cucina di casa Miliu fu l’asso nella manica, che doveva propiziare il successo della Trattoria dell’Unione: ma non disdegnarono l’aiuto degli altri, i consigli di persone amiche (una di queste, importante, fu il parroco), dal di fuori, che potevano correggere le sbavature, le manchevolezze, le distrazioni.
Là, nella Trattoria “di sotto”, all’ombra della “topia” o nelle piccole sale, a centinaia venivano, da ogni parte, a respirare un’aria contadina di amicizia e di cose spontanee, ad assaporare una cucina semplice, dove i gusti e la pazienza della Langa sapevano conferire ai cibi piacevolezza, armonia e qualità costante.
A Treiso, l’epopea dell’”Ostu Miliu” durò fino al 1969; poi continuò in un paese vicino, più alto nella Langa, Benevello, fino al 1977.