Cartelloni-disegni del «Circolo della Strega»
Nel 1955 vennero esposti in Fiera dei bozzetti per manifesti della Fiera: «Splendida la mostra dei Cartelloni-Disegni che allinea una trentina di opere del cosiddetto circolo “della strega”. Il Salone centrale, nel quale è allestito finalmente un ottimo ristorante per tutta la durata della Fiera, forma grazie alla decorazione eccezionale dei cartelloni, un ambiente nel quale occorre sostare a lungo in ammirazione...». Così frettolosamente, veniva registrata dal cronista dell’unico giornale locale l’esposizione di una serie di manifesti d’artista realizzati ad Albisola e omaggiati alla città di Alba, al principio di ottobre del 1955.
Edoardo Borra così ricostruisce quell’evento che non ebbe il successo che meritava nella pubblicazione edita nel 2006: “L’edizione del 1955, a scorrerne il programma e le testimonianze, è una delle più ricche e riuscite: «Secondo le impressioni riferiteci da alcuni dirigenti dei commercianti ospiti, la Fiera del Tartufo rappresenta un esempio perfetto di quello che può essere una Sagra intelligente di Provincia» (V. Riolfo). Se tutti gli ingredienti della «sagra» paesana, appunto, erano assolutamente rappresentati, si deve pur registrare un accenno, minimo, di offerta di intrattenimento culturale: le numerose mostre allestite includono anche dipinti, scultura, ceramiche – e tuttavia si presentano ancora, abbastanza casualmente, come elementi di contorno all’evento principale. Passa così relativamente inosservata, nella sala-mensa della Fiera, la variopinta parata dei già citati «Cartelloni-Disegni» di un non meglio precisato «Circolo della strega»”.
Si tratta di almeno 50 (ben più della «trentina» citata dal cronista) manifesti intestati «Città di Alba – XXV Fiera del Tartufo», e consegnati in bianco, qualche settimana prima, alla libera ispirazione di un gruppo di artisti che gravita su Albisola Marina. Piccolo centro ligure a pochi chilometri da Savona, dall’antica tradizione di fabbriche ceramiche, Albisola è un riferimento creativo per molti artisti italiani e stranieri, d’avanguardia e no, che ci vanno a lavorare e sperimentare la ceramica a fianco di sapienti artigiani, a loro volta sensibili alla novità dell’arte. Grazie a queste caratteristiche ambientali, si può parlare di un “miracolo” – come ha scritto Martina Corgnati - «che ha fatto di Albisola uno dei centri più apertamente “propositivi” del rinnovamento dell’arte del Novecento, almeno in Italia (non solo arte ceramica, ma arte tout court) luogo privilegiato, punto d’attrazione di artisti di tutte le estrazioni, i linguaggi, le origini, provenienti da tutti i continenti; una situazione in cui spontaneamente arte e vita erano e sono la stessa cosa».