HomeStoria locale- La Fiera del Tartufo Bianco d'Alba • Al Bar Testa a parlare d’arte

Al Bar Testa a parlare d’arte

Tinin Mantegazza, uno dei protagonisti di quella vicenda e autore di più manifesti, ha voluto così ricordare nel 2006 quel momento: «Rivedere quei miei disegni dimenticati, frutto dello stile immaturo di un ventenne alla ricerca di identità artistica, mi ha riportato agli anni favolosi degli “incontri albisolesi”, eravamo una bizzarra colonia estiva: pittori e scultori d’ogni età e diversa maestria. Non c’erano differenze tra celebrità, dilettanti e giovani di più o meno valida promessa: eravamo tutto lì, tra il Bar Testa e le fornaci, a parlar d’arte e di società civile. Erano anni economicamente difficili per tutti, ma la passione non ci mancava, praticare l’Arte significava fare prima di tutto una scelta di vita.
Pinot apparve un giorno lì, al Bar, cordiale, coinvolgente, a parlare d’arte e della sua Alba. L’aveva preceduto la sua fama di personaggio irrequieto, a suo modo trasgressivo, in una città laboriosa e tranquilla e questo ci incuriosiva: era uno dei “nostri”, apparteneva anche lui a quella fauna estiva albisolese ancora traumatizzata dalla guerra che avrebbe voluto cambiare il mondo con l’arte.
Alla sua richiesta di partecipare, disegnando manifesti, alla Venticinquesima Fiera del Tartufo rispondemmo in parecchi, tra noti e ignoti, perché anche Gallizio aveva capito il curioso clima dell’assieme artistico d’Albisola e aveva invitato senza discriminazioni.
Se ci fu una davvero importante scelta di vita, fu quella di Pinot Gallizio, il farmacista che aveva cambiato l’uso del camice bianco sporcandolo di colori per produrre opere d’arte. Ma non solo produceva opere, era anche organizzatore e mecenate; memorabile l’importante sodalizio con Asger Jorn.
Purtroppo la sua immatura scomparsa ha troncato un discorso artistico che avrebbe potuto dare notevoli frutti.
Rivedendo l’elenco dei partecipanti alla serie di manifesti mi rendo conto di quanti amici di allora non ci sono più.
Se ci fosse un posto nell’aldilà, riservato agli artisti, Pinot sarebbe certamente stato lì ad accoglierli e organizzare, discutere, predisporre fogli per manifesti per la Sagra del Nettare o del Cherubino». (Cesenatico, 1 settembre 2006, Tinin Mantegazza).
In seguito all’improvvisa scomparsa di Pier Giorgio Gallizio, nell’autunno del 2003, la sua collezione d’arte contemporanea è finita all’asta; un blocco di altri 45 manifesti è stato così acquistato nel 2005 dalla Fondazione Ferrero e dal Centro Studi “Beppe Fenoglio” di Alba.
Per quanto nati in maniera semi-improvvisata, nel vortice delle «estrosità» dell’estate albisolese, i «Cartelloni - Disegni» ci restituiscono con chiarezza l’incanto di una stagione, umana e creativa, piena di fascino e di avventura. In occasione della LXXVI Fiera Nazionale del Tartufo, la Fondazione Ferrero ed il Centro Studi “Beppe Fenoglio” decisero nuovamente di esporre, dopo cinquant’anni, al Palazzo Mostre e Congressi, i manifesti ritrovati.
In una mostra con l’allestimento di Danilo Manassero, Flavio Bonifacio e Luigi Ferrando furono presentate cinquanta opere e venne dato alle stampe un catalogo “Da Sassu a Fontana – manifesti d’autore per la Fiera del Tartufo” con la riproduzione di tutte le opere.
Per ricordare l’evento il Centro Studi “Beppe Fenoglio”, la Città di Alba, l’Ente Fiera e la Fondazione Ferrero hanno bandito un concorso fra gli studenti del Liceo Artistico per la realizzazione del bozzetto del manifesto per la LXXVII Fiera Nazionale del Tartufo bianco di Alba.
Al concorso pervennero oltre cento opere e la Giuria, composta anche da alcuni degli artisti partecipanti nel 1955, ha selezionato e premiato quattro bozzetti opere di Sara Lioia di Santa Vittoria, Stefania Migliasso di Guarene, Chiara Delsanto di Priocca ed Eleonora Audasso di Grinzane Cavour, che sono ora esposti nella sede del Centro Studi “Beppe Fenoglio” ove è possibile ammirare un buon numero dei manifesti originali del 1955.
Nel 1970, in occasione della 40° Fiera del Tartufo venne realizzato un manifesto puramente grafico con un grande “alba”, la data 4-18 ottobre e lo slogan “Un sapore in più” e, nell’occasione il Presidente della Fiera Gianni Toppino scrisse: «Potrebbe sembrare vecchia una fiera che si svolge per la 40.ma volta. In tempi in cui risulta molto breve la vita delle idee e dei personaggi, in cui la novità a tutti i costi rende inutili dopo poco tempo le cose, presentare una manifestazione che si rinnova da 40 anni, vuol dire rischiare di ripetere cose già dette e di lasciarsi andare ad espressioni compiaciute per un successo che fino ad oggi si è sempre verificato... Ad Alba si gusta quel sapore in più che la vita moderna tende a far scomparire nel generico delle produzioni e nel formalismo dei rapporti umani».


I quattro bozzetti dei manifesti premiati realizzati dagli studenti del Liceo Artistico per la LXXVI Fiera Nazionale del Tartufo. Sono opera di Chiara Delsanto di Priocca, Sara Lioia di Santa Vittoria, Eleonora Audasso di Grinzane Cavour e Stefania Migliasso di Guarene

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