Carri allegorici
La manifestazione più folcloristica e amata dalla gente è sempre stata la sfilata dei carri allegorici con l’elezione della Bela Trifolera; ad essa era dedicata l’ultima domenica, quando sulle colline, terminata la vendemmia ed il mosto bolliva nelle cantine, si era proceduto alla semina ed i contadini, con tutta la numerosa famiglia, potevano scendere in città per seguire il carro del loro comune e comprare il tradizionale e immancabile torrone del Gallo. L’evento rappresentava l’anima popolare della nostra gente, la scoperta della città con le vetrine sfavillanti di offerte allettanti, l’occasione di incontrarsi, confondersi e ammirare le belle ragazze che, soprattutto nei primi tempi, osavano sfidare dai carri lo sguardo della folla e il severo giudizio di una giuria esigente per un pomeriggio di gloria.
Molta cura ponevano i comuni, le pro loco, i comitati spontanei nell’allestire, addobbare i carri allegorici, ricavando lo spazio necessario per far salire i giovani più aitanti e le più avvenenti fanciulle per dimostrare quanto “bravo” fosse il loro paese che scendeva a conquistare la città.
Vi era poi sempre il comitato Enotria che nella tradizione della più spavalda goliardia allestiva quasi sempre il carro più ironico e provocatorio di tutta la sfilata, presentando sovente anche la più bella ragazza, avendo avuto la fortuna di poter scegliere nel corso della più affermata, ambita e frequentata veglia scolastica che la città potesse proporre.
Vi sono comuni che hanno collezionato quantità impressionanti di gettoni di presenze, conseguito premi per originalità ed eleganza, per aver meglio presentato lo spirito e la realtà del proprio paese, per essere riusciti a portare a casa il titolo di Bela Trifolera per la loro concittadina: spiccano soprattutto Dogliani, Cherasco, Santo Stefano Belbo, Roddi, Belvedere Langhe, Celle Enomondo e Mussotto negli ultimi anni.
I carri allegorici erano già la manifestazione principe delle feste vendemmiali, lo diventarono subito anche della Fiera e l’accompagneranno sino al 1991 con rarissime pause ed eccezioni. Il carro allegorico era, agli inizi, il carro simbolo della civiltà contadina o del comune che lo allestiva. Negli anni Cinquanta anche le industrie tentarono di inserirsi ma l’esperimento non riuscì molto e fu subito abbandonato. Nel 1961 la sfilata dei carri fu improntata all’Unità d’Italia e sfilarono così Cavour, Mazzini, Carlo Alberto, Napoleone III, Vittorio Emanuele ed altri personaggi; le aspiranti alla elezione della Bela Trifolera impersonificavano le signore ossia Anita, la contessa di Castiglione, la regina d’Italia, l’imperatrice di Francia e simili, vinse la contessa di Castiglione ossia miss Cortemilia.
I carri si reggevano su volontariato e sul desiderio dei comuni di farsi conoscere, di accentuare la loro presenza e le loro produzioni più tipiche.
Quando nacquero le Pro Loco vi fu un momento di ripresa e grande partecipazione, poi i costi di allestimento aumentarono e i premi dati dalla Fiera (che conobbe un periodo di scarsi fondi) non erano più appetibili per il poco entusiasmo che era rimasto e nel 1991 si abbandonò l’iniziativa e le belle ragazze, candidate al titolo di Bela Trifolera, presero a sfilare su automobili eleganti o su automobili d’epoca.
La premiazione dei carri veniva fatta da una giuria non sempre attenta e competente, ma sovente lo era, ma che comunque non ha mai dato adito a forti contestazioni, qualche mugugno, ma nulla più.
Venivano premiati nell’ordine:
- il carro che maggiormente esprimeva lo spirito della Fiera;
- il carro che maggiormente rappresentava le caratteristiche del comune che rappresentava;
- il carro più elegante nel suo allestimento;
- il carro più satirico;
- il carro che giungeva da più lontano.
Non sempre c’era materiale per tutte le premiazioni e quindi anche i premi diminuivano.
Sovente le Pro Loco allestivano carri di carnevale che fossero poi facilmente adattabili alla Fiera del Tartufo per diminuire le spese e, comunque, l’effetto della sfilata era sempre notevole e otteneva grande partecipazione.