Le proposte gastronomiche
La gastronomia è sempre stata la protagonista indiscussa della Fiera; la cucina albese, con la sua varietà di proposte legate al Tartufo Bianco d’Alba, rappresenta ancora il richiamo fondamentale del turismo nelle nostre terre.
Fin dalle origini della manifestazione la Fiera veniva promozionata e pubblicizzata come “Settimana del buongustaio”; negli anni trenta era lo stesso podestà a far affiggere locandine con la lista dei piatti del giorno, serviti nei principali alberghi, che variavano ogni giorno.
A rileggere oggi quelle liste, ed in particolare quella del 1936, si rimane impressionati dalla originalità e fantasia dei piatti proposti, ecco qualche esempio: stuzzicanti alla Reale, Risotto alla Govone, egiziana allo spiedo, anglicani tartufati, novelli in salsa alla Chrepotine e via continuando.
Negli anni Cinquanta il sottotitolo della Fiera era diventato “Cuccagna dei buongustai” e la pubblicità alla Fiera era: “Invito ad Alba, Regina delle Langhe, magistero di cuochi, giacimento di vini, emporio di selvaggina, vivaio di Tartufi, sacrario di ospitalità”, come si poteva resistere a così tante e mirate promesse!
Negli anni Sessanta e Settanta l’attività della Famija Albèisa prima e dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba poi in campo gastronomico, contribuì ad avviare una vera e propria cultura gastronomica, con la riscoperta di ricette autentiche, la ricerca e la qualificazione delle materie prime ed anche le proposte gastronomiche della Fiera si avvantaggiarono notevolmente di questi contributi.
Negli anni Settanta le serate gastronomiche si svolgevano presso i ristoranti albesi, ponendo cura particolare alla stesura delle liste delle vivande, al confezionamento di piatti sempre più tipici e diffondendo la cultura dell’abbinamento cibo – vino.
Nel 1970 parteciparono alla Rassegna gastronomica questi ristoranti: Trifola Bianca di Borbore di Vezza, Albergo d’Asti di Niella Belbo, Viberti di Vergne di Barolo, Borgogno di Barolo, Hotel Savona di Alba, La Capannina di Alba, Diana di Diano d’Alba, Croce Bianca di Alba-Biglini, Commercio di Sinio, Castel Verduno di Verduno.
Agli inizi degli anni Ottanta il ristorante della Fiera veniva predisposto nelle palestre del Cortile della Maddalena.
Nel 1982, Giulio Parusso con Enzo Agnelli e la supervisione di Luciano Degiacomi, dava inizio alla tradizione dei “Disné dla Langa” che, ogni anno, proponevano un pranzo caratteristico della tradizione albese; nel 1982 erano i pranzi degli avvenimenti (della sposa, del carnevale, dell’uva, dell’uccisione del maiale, dei servitù, della leva); negli anni successivi erano i piatti tipici del ricordo dei grandi ristoranti di Alba e delle Langhe, erano le cucine di Giacomo Morra al Savona, dei Buoi Rossi e di Vigin ’d Modest ad Alba, di Demetrio a Bossolasco, di Felicin a Monforte, di Giovannina Beltramo a Castino, di Luigia Ario “Magna Vigia” a Piobesi, cucine che avevano fatto scuola e storia per intere generazioni; poi erano i pranzi dei grandi mercati di Alba: delle uve, del bestiame, dei cochet, del grano, della frutta, degli ortaggi. I menù erano curati e animati dalla passione e dalla competenza di Enzo Agnelli, l’abbinamento cibo – vino era proposto da Giancarlo Montaldo, che curò anche le due ultime edizioni.
Altre proposte gastronomiche erano più immediate e rivolte ad un pubblico più vasto come le tagliatelle al Tartufo, la fonduta, i bagnèt offerti in assaggio ai visitatori della Fiera. Negli ultimi anni, nel Cortile della Maddalena, nel padiglione del Mercato del Tartufo, le proposte gastronomiche offerte hanno assunto una caratterizzazione ed una qualificazione di alto livello, riscuotendo favori e successi.
Da alcuni anni “Alba qualità” offre ai visitatori, nel cortile della Maddalena, piatti al tartufo o tipici di Langa.