C'era una volta la Langa
AUTORE:Agnelli Aldo
CASA EDITRICE:L'Artistica Editrice
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2000
PAGINE:191
CATEGORIE:
- Fotografia del territorio
COLLOCAZIONE: Atrio - Piano 1 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
La storia, la vita, la bellezza di una città, di un territorio, dei suoi uomini, comuni o famosi che siano, sono ricordate, documentate, raccontate anche dall'attività dei fotografi, dalla loro abilità nel cogliere i particolari, le suggestioni degli scorci dell'ambiente urbano, del paesaggio, degli avvenimenti, delle celebrazioni.
Molte volte una fotografia ai più non dice nulla, ma dopo un certo periodo quella stessa foto, apparentemente insignificante, frutto di uno scatto non casuale, ma pensato, ricorda un paesaggio con la sua storia e le sue emozioni, un personaggio con le sue vicende, un evento che ha significato per molti gioia o dolori, momenti comunque significativi di una vita.
Alba ha sempre avuto grandi fotografi, all'inizio del Novecento Liuzzi, Martina, Pietro Agnelli poi la generazione di Aldo, Enzo e Giorgio Agnelli, Beppe Viglino, Piero Masera, poi ancora il gruppo fotografico albese con Enrico Necade, Antonio Buccolo, Oreste Cavallo e poi i tantissimi giovani e meno giovani del gruppo che si dilettano di fotografia o che lo fanno di professione come Severino Marcato, Bruno Murialdo, Ivo Saglietti e Fiorenzo Calosso.
La storia di Alba e del suo vasto territorio di Langa e Roero del Novecento e quella più recente sono fotograficamente documentate da questi grandi fotografi.
Pietro Agnelli, nato a Milano nel 1897 iniziò in quella città come apprendista presso la ditta "Dotti e Bertini". Venne ad Alba non ancora ventenne presso lo studio Martina, si radicò nella nostra città sposandosi e aprendo lo studio in via Mazzini nel 1921. Trasferitosi in via Maestra, la sua vetrina documentò con le immagini, anche scattate dai figli Aldo, Enzo e Giorgio, la vita e gli avvenimenti della città. Come ritrattista conobbe un grandissimo successo.
Questo libro fotografico, "C'era una volta la Langa" di Aldo Agnelli, sintetizza la sua attività fotografica. Per circa sessant'anni ha alternato la sua presenza nel negozio paterno, poi condotto avanti con i fratelli Enzo e Giorgio, con sistematiche e lunghe esplorazioni del territorio langarolo, dalle vitate colline del Barolo e del Barbaresco, ai terrazzamenti dell'alta Langa, nel tempo delle verdeggianti primavere, delle estati assolate, delle variegate colorazioni pittoriche del tardo autunno, delle nebbie suggestive dell'incombente inverno, delle bianche distese dei pendii innevati. Di ogni angolo, di ogni situazione ha raccolto e fissato le emozioni e le suggestioni della luce nelle diverse ore del giorno, ha insegnato e girovagato con i giovani albesi appassionati di fotografia. Con Piero Masera ha fotografato gli stessi paesaggi, le stesse strade polverose, gli stessi angoli plasmati da sinfonie di colori, quasi un confronto, una sfida gioiosa, a chi riusciva a imprimere e fissare dello stesso scenario il taglio migliore, la profondità più dettagliata, il particolare caratterizzante. Della sua città ha documentato i monumenti, la vita quotidiana, gli eventi, gli scorci ai più sconosciuti; guardando ora le sue fotografie, tutti possono avvertire i cambiamenti, le mutazioni urbanistiche, le trasformazioni invasive, gli oculati ripristini.
Aldo Agnelli è stato il fotografo di Beppe Fenoglio, insieme hanno ripercorso le colline della Resistenza, degli agguati, degli scontri sfortunati. Nessun scrittore del Novecento è stato così fotografato nel privato come l'autore de "La malora" e de "Il partigiano Johnny"; con le fotografie dell'amico, Fenoglio è diventato per il lettore un autore familiare, che cammina, gioca a bocce, siede con gli amici sul ciglio della strada, spezza un filo d'erba per significare la fragilità della vita, osserva i paesaggi delle alte Langhe.
C'era una volta la Langa... un mare di colline e di paesaggi infiniti, punteggiati da imponenti castelli e semplici cascine, abitati da donne e uomini che faticavano più del dovuto per sopravvivere, per combattere contro la malora, per strappare al bosco un pezzo di pascolo. Paesi arroccati attorno ad una torre, con piccoli cimiteri ove ogni croce, piantata per terra, aveva una sua storia da raccontare.
Poi venne la guerra, la lotta partigiana per riconquistare diritti negati. Con la pace, il tempo riprese a correre sempre più velocemente sotto la spinta dell'industria che uomini di Langa si inventarono per vincere le antiche paure, sognando un domani migliore. La Langa c'è ancora, non ha tradito nè rinnegato il suo passato, il suo modo di essere e di presentarsi, forse lo ha nascosto, cambiato, migliorato, diversificato, ma esiste. Non è solo un nome, è ancora un posto, un paesaggio, uomini e donne che lavorano, prodotti che si trasformano, nascono, vanno per il mondo. Case che si rinnovano, si moltiplicano, castelli che vivono, paesi abitati, operosi, intraprendenti, che conoscono ancora il significato di stare insieme: tutto questo è ancora Langa, la Langa che c'era e continua.
Aldo Agnelli, una vita da fotografo, ha fermato centinaia e centinaia di immagini di quella Langa, volti, paesaggi, situazioni, fatica del lavoro, stagioni e momenti di ogni giorno, usi, tradizioni, il tempo e l'età, ampi orizzonti e particolari minuti.
Ce li ripropone oggi, quasi come un riassunto di vita, per rivisitare la Langa che era, viva, attiva, presente. Langa che qualcuno conserva ancora negli occhi curiosi della lontana gioventù, nei ricordi della memoria e, soprattutto, del cuore. Langa che altri non conoscono, ma che sentono presente nei racconti poetici di Beppe Fenoglio o nelle storie, soffuse di nostalgia e di particolari emozioni, raccontate dai nonni quando si ha tempo, e voglia, di ascoltarli. Agnelli propone immagini non più consuete e familiari, ma ricche di poesia, di suggestioni, ricordi, fantasie, vite sofferte trascorse su queste colline che conservano, per chi sa guardarle, camminarle, tutto il loro fascino antico.
Immagini da gustare, soprattutto da leggere, analizzare per scoprirne gli innumerevoli dettagli, gli alberi delle colline, le rughe dei volti, le crepe nei muri, i tagli di luci, i colori delle stagioni, l'immobilità della neve, la varietà dei paesaggi e delle coltivazioni. Ogni fotografia è una poesia da assaporare e conservare, ogni dettaglio è un verso carico di suggestioni, non è il passato: è come eravamo, si viveva, soffriva, lavorava, ma anche come si gioiva e bastava poco per sentirsi felici.
Aldo Agnelli ha fatto bene la sua parte, con impegno, passione, scarpinando per sentieri e pendii, andando e ritornando per cogliere il momento giusto, la luce più intensa; resta a noi mettere la voglia, la capacità, la sensibilità di saper scoprire tutta la poesia di queste immagini di Langa. Ha intitolato questo bellissimo volume, che l'Artistica di Savigliano ha valorizzato al meglio con una stampa come si deve, "C'era una volta la Langa", ma la Langa c'è ancora. Il paesaggio è stato modificato dalla civiltà, ma sarebbe più giusto dire da quanti volevano giustamente una casa moderna per lasciarsi alle spalle la malora, senza preoccuparsi troppo se l'inserimento del nuovo era confacente all'ambiente, più per voler stupire e dire a tutti che si era arrivati. I contadini non hanno più i buoi e fanno sicuramente meno fatica con i trattori dalle cabine con l'aria condizionata. Da mezzadri sono diventati coltivatori diretti, poi imprenditori agricoli e da soli coltivano ettari di terreno e lo hanno anche reso più ordinato, più lineare, meno selvaggio e la natura continua a cambiarne i colori con le stagioni, non c'è sicuramente tutta quella quantità di neve.
Le piccole aziende di Ferrero e Miroglio sono diventate fortunatamente delle grandissime industrie per il lavoro di migliaia di addetti. Sulle nostre colline ci sono ancora, forse più belli a vedersi, stupendi vigneti per i nostri grandi vini, ci sono ancora i tartufi, anche se sembrano diminuiti perchè e cresciuta, anzi si è infinitamente moltiplicata la richiesta dei consumatori. Anche la città è cambiata, forse fin troppo vivace e dinamica e, come tutte le cose cresciute in fretta, ha qualcosa che oggi disturba, ma all'epoca comprensibile ed ammirata. Ci hai ridato la Langa come l'abbiamo vista con occhi da bambino, come ce l'hanno raccontata. Soprattutto questo libro ci ricorda un passato che è stato la nostra vita di bambini e che abbiamo dentro, ci fa ricordare da dove veniamo, è un documento di storia, ma soprattutto di emozioni, fotografie da leggere e guardandole tornano in mente le parole di Giacomo Morra: "Dio ha messo Alba in mezzo alle Langhe e a queste colline ha dato ogni bene: vini, carne, nocciole, torrone, formaggi e ovviamente tartufo". Siamo fortunati se oggi, grazie ad Aldo Agnelli possiamo ancora guardarle queste Langhe stando tranquillamente seduti, perchè egli ha camminato, ha raccolto le immagini in ore diverse, in momenti in cui altri guardavano altrove e non si accorgevano di quanta bellezza li circondava e che egli ha fermato per sempre.