Langa partigiana '43-'45. II Edizione
AUTORE:Masera Carminati Diana
CASA EDITRICE:Araba Fenice
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2007
PAGINE:414
COLLOCAZIONE: Sala Farinetti - Piano 1 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
Erano ormai stati pubblicati, ed alcuni erano già introvabili, quelli che possiamo chiamare i "diari" o le "memorie" dei protagonisti di quella storia.
Possiamo ricordare, rimanendo in ambito locale, "La tortura di Alba e dell'Albese" del vescovo mons. Luigi Maria Grassi, "Banditi" di Pietro Chiodi, "Con la libertà e per la libertà" di Enrico Martini Mauri nel 1947, "Partigiani della montagna" di Giorgio Bocca e ancora, nel 1968 "Partigiani penne nere" di Mauri.
Anche la letteratura aveva fatto la sua parte, a volte con critiche e risultati contrastanti. Sempre per rimanere nell'ambito del nostro territorio dobbiamo segnalare "I 23 giorni della città di Alba" di Beppe Fenoglio nel 1952," Primavera di bellezza" nel 1959 e "Una questione privata" nel 1963 sempre di Fenoglio. "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino nel 1964 e ancora "Il Partigiano Johnny" di Fenoglio uscito postumo nel 1968. I giovani di allora che non avevano vissuto la Resistenza aspettavano uno studio che fornisse qualcosa di diverso per comprendere la Resistenza, capirne le motivazioni. E venne pubblicato "Langa Partigiana".
E come scrive Diana Masera nella sua introduzione alla seconda edizione: "Il libro nasceva in una fase, si potrebbe dire una seconda fase, quella degli anni '60 -'70, in cui sotto la spinta di alcuni studiosi e protagonisti, e nell'ambito della politica culturale degli Istituti Storici della Resistenza, si sentiva l'esigenza di offrire alle nuove generazioni un'analisi più attenta, più precisa di quel periodo, ponendo in relazione il movimento di liberazione con la storia del fascismo e dell'antifascismo italiano per capire i nessi "continuità e rottura", per un'analisi e "comprensione del passato recente e quindi per una maggiore capacità di tracciare un'analisi e una critica del presente". Studi che cercavano di "operare il ricongiungimento tra una problematica ancora largamente interna all'evento Resistenza e gli interrogativi complessi della nostra storia novecentesca".
Nel risvolto di copertina della prima edizione si legge: "La ricerca condotta in questo libro tende a completare il quadro delle lotte partigiane che si svolsero nella provincia di Cuneo, e a chiarire alcuni aspetti significativi della "zona libera" delle Langhe, nella più ampia prospettiva della Resistenza in Piemonte. La zona delle Langhe svolse un ruolo strategico importante nella guerriglia partigiana piemontese, proprio perchè, quasi sempre "occupata" dalle formazioni partigiane, diventò una punta avanzata verso la Liguria, una zona di forte disturbo per i collegamenti e i rifornimenti nazifascisti da e per il Piemonte. Ma un ruolo, forse più determinante, svolse, nel nuovo clima che si sperava dovesse inaugurarsi dopo la Liberazione, con gli esperimenti di democrazia diretta, di autogestione del potere, che si ebbero tra l'estate e l'autunno del '44.
Il libro riserva un ampio capitolo a questo problema, mostrando, anche, come fu difficile il lavoro d'orientamento politico, nell'ambiente contadino della Langa, caratterizzato dalla piccola proprietà terriera. Gli esperimenti di amministrazione diretta, se anche furono accolti in un primo tempo con un certo entusiasmo, ebbero poi vita breve e furono dimenticati molto presto dopo la Liberazione, proprio perchè non recepiti profondamente e fatti propri dal ceto contadino della Langa, dalla tipica particolaristica mentalità."
La lettura del volume di Diana Masera fu per molti illuminante per cercare di capire che cosa era stata la Resistenza, la nascita, le motivazioni, le azioni, le vicende.
I tantissimi documenti, dell'una e dell'altra parte, fecero comprendere quanto quella lotta di Liberazione era stata dura, violenta, difficile da combattere, quanti e quali problemi e difficoltà dovettero affrontare i partigiani.
Rileggendo, dopo il libro di Masera, le opere di Fenoglio, forse molti compresero maggiormente la carica di umanità che attraversa le sue opere, così lontane dal mito.
Ha fatto benissimo l'Associazione Colle della Resistenza a voler ristampare questo libro con la casa editrice Araba Fenice che rappresenta ancora oggi la storia più documentata, per le tante testimonianze raccolte, della Resistenza Partigiana nelle Langhe. L'autrice ha saggiamente aggiunto due sue relazioni convegnistiche, la prima "Contadini e Resistenza nelle zone libere" dal convegno di Montefiorino nel 1984 e la seconda, veramente interessante per comprendere gli umori, le aspettative, le motivazioni e gli ideali delle formazioni partigiane, del 1986: "Ideologia e rappresentazione dell'antifascismo 1943-1945. Il linguaggio della propaganda nei giornali di formazioni partigiane in Piemonte", ricerca presentata nel corso della lezione: "Rappresentazione e autorappresentazione della Resistenza".
Un ringraziamento si deve a Diana Masera per aver aderito alla ristampa del suo volume per dare ai giovani di oggi un testo per conoscere la nostra storia più recente, un testo che si legge ancora con molto interesse e profitto.