Gli Angiò nell'Italia Nord-Occidentale (1259 - 1382)
AUTORE:Comba Rinaldo (A Cura di)
CASA EDITRICE:
ANNO DI PUBBLICAZIONE:
PAGINE:443
COLLOCAZIONE: Sala Bubbio - Piano 2 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
Il volume raccoglie gli atti del Convegno svoltosi ad Alba, alla Fondazione Ferrero, nei giorni 2-3 settembre 2005.
Nel corso del convegno, a cui hanno partecipato i componenti dell'unità di ricerca locale e altri studiosi dell'Università degli Studi di Milano, dell'Università degli Studi di Firenze, dell'Università dell'Insubria, dell'Università degli Studi di Pavia, dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", dell'Università degli Studi di Roma 3, sono stati analizzati i diversi aspetti della presenza angioina fra Piemonte e Lombardia nei secoli XIII e XIV, con particolare riguardo agli aspetti istituzionali, religiosi, economici e ideologici e alle relazioni fra città e organizzazione del territorio. E' emerso in questo modo il quadro di una dominazione localmente articolata, in rapporto dialettico con i poteri comunali e le famiglie eminenti, ma in grado di creare efficaci raccordi con i poteri laici ed ecclesiastici presenti sul territorio e di elaborare innovative forme di governo grazie anche alla disponibilità di una cancelleria sofisticata e di personale di ampie competenze politiche e amministrative.
A lungo sottovalutata dalla ricerca storica, la rete di potere costruita dagli Angiò nell'Italia centro-settentrionale si sta rivelando una delle strutture qualificanti della vita politica e istituzionale nella penisola dei secoli XIII-XIV. Ciò non soltanto perché l'alleanza guelfa che agli Angiò faceva capo ricoprì un ruolo di primo piano nella circolazione di podestà e altri ufficiali, ma anche perché in seno ad essa si sperimentarono forme di coordinazione sovralocale e di dipendenza da un dominio superiore, le quali prefigurarono prima e affiancarono poi la crisi dei poteri comunali e la nascita dei regimi signorili.
A cavallo fra Piemonte, Liguria e Lombardia si costituì una vasta area, sottoposta ripetutamente al diretto dominio della casa angioina - e comunque sempre oggetto delle sue rivendicazioni - per quasi un secolo, dall'avvento di Carlo I (1259) alla morte di re Roberto (1346). In questa regione, la casa provenzale trasferì forme e metodi di governo già largamente sperimentati nella regione d'origine, che modificavano radicalmente le consuetudini amministrative locali. Vennero infatti sostituiti vicari di nomina regia ai podestà eletti localmente e, innovazione ancora più considerevole, furono create nuove figure di ufficiali contabili, destinati a render conto dell'amministrazione delle entrate spettanti agli Angiò. Ciò si affiancò a significative esautorazioni delle prerogative comunali, avocando a sé i sovrani parti più o meno consistenti dei ricavi della giustizia, modificando il sistema fiscale e cercando talora di assumere anche il controllo dei beni collettivi.
I vari saggi contenuti nel volume riguardano, per vari aspetti, la storia della città di Alba che fece sottomissione alla Casa Angioina il 17 novembre 1259.
Di particolare interesse per Alba il contributo di Paolo Grillo "Un dominio multiforme. I comuni dell'Italia nord-occidentale soggetti a Carlo I d'Angiò", ed il saggio di Beatrice Del Bo "Un itinerario signorile nel crepuscolo angioino. I Falletti di Alba".