Le pergamene dei monasteri albesi della Beata Margherita di Savoia e di Santa Caterina XI - XIV secolo
AUTORE:Audenino Roberta, Comba Rinaldo (A Cura di)
CASA EDITRICE:Società per gli studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2007
PAGINE:227
COLLOCAZIONE: Sala Bubbio - Piano 2 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
Continuando la pubblicazione delle Fonti per una "Storia di Alba", la Società per gli Studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo e la Famija Albèisa hanno presentato, l'8 dicembre 2007, il volume "LE PERGAMENE DEI MONASTERI ALBESI della Beata Margherita di Savoia e di Santa Caterina dall'XI al XIV secolo", a cura di Roberta Audenino e Rinaldo Comba.
E' una raccolta di 166 pergamene conservate presso il monastero delle Domenicane di Alba e 14 pergamene del Monastero Albese di santa Caterina conservate presso l'Archivio di Stato di Torino che vanno dal 1042 al 1390 le prime e dal 1307 al 1398 le seconde.
I documenti fanno parte del fondo archivistico del monastero domenicano della Beata Margherita di Savoia di Alba. Il monastero fu fondato nel 1445 da Margherita di Savoia, marchesa di Monferrato, sotto il nome di Santa Maria Maddalena nella sede che era stata della domus degli Umiliati di Santa Maria Maddalena vicina alla casa marchionale. All'atto della fondazione ottenne l'annessione dell'abbazia benedettina di Santa Maria delle Grazie di Castino, con tutti i beni e gli enti ad essa legati. L'abbazia delle Grazie, fondazione altomedievale la cui origine anteriore al 1042 è poco chiara, aveva alle sue dipendenze vari enti, posti anche in zone lontane: il priorato savonese di Santa Cecilia, il priorato albese di San Martino, l'ospedale di San Giovanni di Musanza (presso Villafranca d'Asti), l'ospedale di Santa Maria Maddalena di Plagia (presso Baldichieri d'Asti), la chiesa di Sant'Eufemia di Sinio, la chiesa di Santa Maria di Belmonte di Busca. Il priorato di San Martino di Alba, a sua volta, era stato legato all'ospedale albese di Santa Maria della Cherasca che aveva avuto in affidamento nel 1358 e che aveva controllato fino al 1375.
La documentazione è disomogenea sia per la diversità delle tipologie presenti, sia per la molteplicità dei soggetti che l'hanno prodotta o utilizzata. I documenti sono in gran parte atti notarili (donazioni "pro remedio anime", testamenti, cessioni, vendite, acquisti, permute ecc.), oltre ad alcuni atti giudiziari e una lettera. Gli atti riguardano diversi enti: l'abbazia benedettina di Santa Maria delle Grazie di Castino, il priorato albese di San Martino, l'ospedale di Santa Maria della Cherasca di Alba, la domus albese degli Umiliati di Santa Maria Maddalena. Vi sono poi alcuni atti che riguardano altri istituti religiosi albesi, quali l'ospedale di Santa Maria del Ponte, i frati Predicatori o contratti fra privati.
Si tratta, per le pergamene di Santa Caterina, di una documentazione a carattere prevalentemente istituzionale, riflettente in particolare i rapporti delle sorores di San Domenico di Alba, dette anche, negli anni Trenta del XIV secolo, "moniales monasterii Sancte Catherine seu Sancti Thebaldi, ordinis fratrum Predicatorum", con la Chiesa e i canonici albesi di San Lorenzo, con la Chiesa metropolitana di Milano, con il Comune e la Società del Popolo di Alba, con l'amministrazione della contea angioina del Piemonte e, soprattutto, con il papato e con la curia pontificia residente ad Avignone ai tempi di Giovanni XXII e di Innocenzo VI.
I documenti consentono pure di individuare le aree di insediamento delle monache. Esse, dopo aver ottenuto la donazione dell'ospedale di San Teobaldo da parte del vescovo Bonifacio del Carretto, a nome dell'episcopio albese, e dopo averne avuta conferma nel gennaio 1307 da parte dell'arcivescovo di Milano, Francesco Fontana da Parma, a quanto pare vi si trasferirono, poiché nel 1333, in un documento concernente certe questioni patrimoniali fra il comune di Alba e le moniales di Santa Caterina, si legge che il loro monastero, sito nel "Borgo" o "Borgato" della città, era stato costruito "in loco ubi erat hospitale Sancti Thebaldi". Nel settembre 1374, essendo stato il monastero depredato "et earum oratorio totaliter desolato pariter et relicto" per la guerra, ottennero poi dai canonici di San Lorenzo l'autorizzazione a costruire un nuovo oratorio in città.
L'indice dei nomi di persona e di luogo a cura di Roberta Audenino facilita notevolmente la consultazione delle carte.
Il volume è stato edito con il contributo del Centro Studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura "Beppe Fenoglio" o.n.l.u.s.