Strade delle memorie partigiane 1. Itinerario "Pinin" Balbo
AUTORE: AA.VV.
CASA EDITRICE:Associazione Colle della Resistenza, ANPI Sezione di Alba
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2010
PAGINE:47
COLLOCAZIONE: Sala Farinetti - Piano 1 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
L’associazione Colle della Resistenza e la sezione albese dell’Anpi, in collaborazione con la Città di Alba e il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, hanno progettato una serie di opuscoli dedicati alle strade delle memorie partigiane.
Il primo fascicolo è dedicato a “Pinin” Balbo (1888-1945) e ripercorre le strade che, partendo da Alba, raggiungono Mango e San Donato di Mango attraverso San Rocco Seno d’Elvio, Treiso, Neviglie, Neive e Valdivilla. Un itinerario che suggerisce soste a piloni, cappelle, monumenti e lapidi dedicati ai partigiani e a fatti della lotta di liberazione illustrandone le motivazioni.
“Pinin” Balbo nacque a Cossano Belbo il 16 novembre 1888. Conseguito a La Spezia il diploma di capitano di lungo corso nel 1910, partecipa alla campagna di Libia. Esattore comunale di Santo Stefano Belbo, dopo l'8 settembre fu tra gli organizzatori delle prime bande partigiane conosciute come “bande dei Balbo”, ove il figlio Piero, con il nome di battaglia Poli, provenendo dall'esercito, aveva dato vita alle formazioni autonome, o badogliane, diventando comandante della seconda divisione Langhe.
La battaglia fatale per “Pinin” fu quella del 24 febbraio 1945, il terribile combattimento di Valdivilla, presso Santo Stefano Belbo, in cui, su sua diretta iniziativa, un gruppo di 8 partigiani da lui stesso scelti – e tra questi Dario Scaglione, “Tarzan” - sferrò un attacco ad una colonna fascista di circa 150 uomini che da San Donato di Mango scendeva a Santo Stefano Belbo; la battaglia fu durissima ed intensa, solo 2 partigiani furono superstiti e sul campo cadde “Pinin” Balbo. Venne decorato con la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: «Nonostante la sua età avanzata non esitava ad accorrere con entusiasmo nelle file partigiane. Organizzatore audace, combattente eroico, sempre presente e sempre in primo piano in ogni rischiosa missione, partecipava a numerose azioni offensive. Ferito gravemente al petto, appena guarito, riprendeva subito il suo posto di combattimento. Alla testa di un plotone di volontari, attaccava audacemente una forte colonna nemica. Ferito non desisteva dalla lotta finché colpito a morte cadeva gridando ai suoi prodi l'ultimo incitamento. Valdivilla, 24 febbraio 1945».