Strade delle memorie partigiane 3. Itinerario Franco Centro
AUTORE: AA.VV.
CASA EDITRICE:Associazione Colle della Resistenza, ANPI Sezione di Alba
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2012
PAGINE:79
COLLOCAZIONE: Sala Farinetti - Piano 1 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
Il terzo itinerario delle strade delle memorie partigiane, partendo da Alba, giunge sino a Murazzano per poi concludersi a Vesime, sede dell'aeroporto partigiano.
La grafica e le foto sono di Samuel Di Blasi.
Francesco Centro, che in famiglia sarà poi chiamato Franco, nasce a Bastia (Mondovì) il 9 novembre 1930. Ebbe un'infanzia ed una fanciullezza normali, semplice ed amante dello scherzo, frequentò le prime tre classi elementari nel suo paese, per trasferirsi poi con la famiglia a Mondovì quando aveva 9 anni, e ritornare a Bastia nei primi mesi del 1943. All'inizio del 1944 il padre Giovanni si era arruolato nelle formazioni Garibaldine e poco dopo anche il figlio pensò di arruolarsi nelle formazioni Autonome, ove venne accettato con il nome di Topolino ed adibito, per la sua giovane età, a funzione di staffetta e di collegamento fra i vari reparti.
Alla fine del 1944 passò alle formazioni Garibaldine, nella 99a Brigata L. Fiore, comandata da Nanni Latilla, della VI Divisione Langhe. Svolse il suo incarico di staffetta e di collegamento con infaticabile dedizione, fino a quando il 12 febbraio i fascisti di stanza ad Alba, sotto il comando del capitano Gagliardi e del tenente Rossi, risalirono in forza le colline di Castino e Cortemilia per un massiccio rastrellamento a cui parteciparono anche forze tedesche. Furono i tedeschi che il mattino del 13 febbraio del 1945 si imbatterono in un gruppo di partigiani tra cui vi erano Franco Centro e Giovanni Manfredi: alcuni riuscirono a fuggire, un altro venne abbattuto e Franco Centro ed un suo amico vennero catturati; i tedeschi intendevano mandare Franco Centro a Torino affinché venisse rieducato, poco convinti che quel ragazzo appartenesse alle bande partigiane, ma i fascisti di Alba se lo fecero consegnare e lo portarono all'albergo Roma di Castino, con l'intento di interrogarlo per avere notizie più precise sulla dislocazione delle forze partigiane. Nonostante le torture, le minacce e le promesse, non essendo riusciti nel loro intento, Gagliardi ne decise la fucilazione, che avvenne nella notte del 15 febbraio, poco fuori dell'abitato di Castino e di quella fucilazione i fascisti se ne vantarono fermandosi a Manera di Benevello sulla via del ritorno, ammettendo di aver fucilato un ragazzo partigiano che valeva cento di loro.
Alla memoria di Franco Centro venne concessa la Medaglia d'Oro con la seguente motivazione: «Quattordicenne, abbandonò la famiglia per unirsi ai partigiani e combattere i nazi-fascisti. Portò a termine brillantemente tutti i compiti affidategli quando in una pericolosa missione, venne catturato con indosso documenti del Comando. Conscio della loro importanza riusciva a distruggerli, affrontando poi stoicamente le più atroci torture senza svelare la dislocazione dei compagni. Innanzi al plotone d'esecuzione, invitato a valersi della sua giovane età per chiedere grazia, fieramente rispondeva: «Chiedo soltanto che mi fuciliate lasciandomi la stella tricolore, simbolo garibaldino della mia fede». Il piombo nemico stroncò la sua eroica giovinezza». «Castino, 15 febbraio 1945».