Torre Bonino
La torre, benché appartenga all'edificio situato in piazza del Duomo all'angolo con la contrada Maestra, in realtà sembra, più che in altri casi, un corpo estraneo.
Nata isolata e contornata da edifici di scarso valore architettonico, solo in seguito, cessata la funzione difensiva, è stata inglobata da complessi residenziali sorti sulle preesistenze medioevali.
Di pianta regolare, con i lati non tutti paralleli e con spessore dei muri variabile, alla base, a seconda dei quattro lati, da 100 a 150 cm. Denuncia in questa sua forma il fatto che fu condizionata, all'atto della costruzione, da fattori esterni quali, orientamento della contrada Maestra rispetto al foro e forse dall'andamento dei confini tra diverse proprietà.
Il Vico afferma che la torre doveva sorgere all'angolo tra la antica piazza del duomo, assai più ampia dell'attuale, e la contrada Maestra. Non è impossibile che il foro avesse dimensioni maggiori delle attuali, soprattutto considerando l'abitudine di costruire portici sugli spazi pubblici, ma difficilmente più ampio di circa 20 metri; tanta è infatti la distanza della base della torre dallo spigolo della odierna piazza.
L'affermazione del Vico si basa sul debole indizio della presenza di una casa porticata di Anselmo Cerrato sulla piazza, ed essendo la famiglia dei Cerrati una tra le più importanti del comune, doveva avere senza dubbio una torre (R.C.A., I, doc. LXV).
Nessun altro documento ne testimonia l'esistenza e sul principio del '600 la torre era nell'attuale posizione, come si può vedere sulla tela del Palazzo Comunale e, in epoca successiva, nella rappresentazione del Theatrum Sabaudie, che, accertata la presenza della torre, ne dà una riproduzione assolutamente ideale, abbellendola e sistemandone le aperture ad arte. La tela del Palazzo Comunale è, invece, più precisa e si riconosce con le sue giuste, o quasi aperture, la torre Bonino.
Attualmente supera i 30 metri di altezza, in simile alla torre Astesiano, di cui però è assai più snella e di pianta assai più irregolare; indicativamente è un trapezio rettangolo la cui altezza misura m. 5 circa, le basi minore e maggiore rispettivamente m. 4,6 e 4,2. Le murature alla base hanno uno spessore di cm. 100 - 150, secondo i lati, presentandosi meno poderose sul lato della contrada Maestra.
La parte inglobata nell'edificio è ormai irriconoscibile, mentre quella svettante oltre le case ripercorre in qualche modo le caratteristiche della torre Astesiano. Infatti al culmine della torre si apre una loggia con quattro finestroni (uno per lato). Gli archi di queste aperture sono a tutto sesto e strombate a gradoni.
Al di sotto di queste, le uniche altre aperture sono quattro feritoie (una per lato) e i fori per i ponti di legno usati nella sua edificazione.
Un netto carattere di distinzione rispetto alle altre torri è una fascia costituita da corsi di pietre, regolari, più chiare dei mattoni dell'altezza di circa un metro che corre sotto le aperture della loggia tutto intorno ai quattro lati; fascia caratterizzata dall'avere i quattro angoli rinforzati con pietre angolari squadrate; caso raro nel panorama architettonico medioevale albese, ove questo accorgimento veniva utilizzato per lo più negli spigoli alla base di torri ed edifici.
L'epoca di costruzione di questa torre, prossima alla torre Sineo e alla torre Astesiano, è databile alla fine del XII secolo.
I documenti pervenutici ricordano l'abitudine di costruire torri e la loro presenza è certa all'inizio del XIII secolo. Documenti del Rigestum ricordano l'intenzione del Comune albese di edificare un palazzo con torre nel castrum di Santa Vittoria nell'anno 1207; il documento dell'abazia di Casanova, ricorda l'acquisto da parte della stessa di una casa con torre nel quartiere di S. Giovanni nell'anno 1237; l'atto notarile riportato dal Rigestum e stipulato proprio sotto la torre dei Corradenghi (R.C.A., I, doc. LVIIII, 7 giugno 1297).
Bibliografia
Per chi desiderasse approfondire lo studio architettonico delle torri, case-torri,residenze medievali si consiglia la consultazione di:
A. Cavallari Murat (a cura di), Tessuti urbani in Alba, Alba 1975;
G. Cravero - M. Piacentino, Alba Medioevale, Tesi di Laurea, facoltà di Architettura, Politecnico di Torino a.a. 1979-80.
Egle Micheletto (a cura di) Una città nel Medioevo, Famija Albeisa, 1999.
Tutti i volumi sono consultabili presso il Centro Studi "Beppe Fenoglio".
Sui singoli edifici sono stati effettuati studi e tesi di Laurea consultabili sulla rivista Alba Pompeia e presso la Biblioteca Civica.