Castello di Barolo
Barolo, centro a sud-ovest di Alba, è più famoso per il suo pregiato vino (re dei vini e vino dei re', secondo la tradizione)che per la sua architettura fortificata. Eppure, di castelli ne ha ben due, e entrambi discretamente importanti: questo, sorgente nell'abitato stesso, e quello, distante meno di un paio di chilometri, della Volta. Quest'ultimo, contrariamente all'altro, ha conservato fino ad oggi il suo caratteristico aspetto antico, che invece risulta mascherato da sovrastrutture recenti (1875) nell'edificio al centro del paese, il quale è anche - o almeno così sembra - più recente di quello della Volta, che risale, secondo alcuni autori, al XII secolo, secondo altri al XIV: datazione, quest'ultima, molto più probabile.
In ogni caso, la storia di questo castello è completamente legata, fatto notevolmente raro, ad un'unica famiglia: ai suoi tempi potentissima, dei Falletti, albese, di origine mercantile che assunse rinomanza e possessi feudali tra il XIII e il XIV secolo, in concomitanza con l'espansione del comune di cui era importante esponente. I Falletti entrarono in possesso del feudo di Barolo nel XIII secolo quando il comune di Alba spuntò per il dominio sulla zona sui vari altri pretendenti: il comune astigiano, i marchesi monferrini, i Del Carretto. Fissarono però la loro residenza principale non nell'abitato, ma nel vicino castello della Volta, trasferendosi, secondo alcuni, a Barolo solo dopo che tale castello crollò, seppellendo parte dei suoi abitanti e rimanendo notevolmente danneggiato, guadagnandosi nel contempo solo il nome con cui ancora oggi è conosciuto e che ricorda il cedimento della grande volta sostenente il salone.
Si può datare il castello di Barolo, per lo meno nelle sue linee essenziali, al XVI secolo; datazione logica considerando la struttura del castello e la sua formazione prima delle consistenti modifiche a cui fu sottoposto nella seconda metà del secolo scorso.
Si tratta di un grosso complesso a blocco, che occupa una gran parte della collina su cui sorge il paese, tutto addensato attorno a un grosso torrione quadrato e a due più snelle torrete circolari che sorgono all'interno delle sue murature e non, come è più consueto, agli spigoli delle stesse. Un insieme omogeneo, ma non organizzato secondo una pianta geometricamente regolare. E' un'impostazione, questa, abbastanza curiosa, e tutto sommato, relativamente peculiare di questa zona del Piemonte, si vedano il vicino esempio di Castiglione Falletto, quello più lontano di Sale Langhe e, per certi versi, anche quello di Grinzane Cavour; anche se non è ben distinguibile, oggi, quanta parte di questa peculiarità sia dovuta alla ricostruzione ottocentesca e quanta, invece, derivi da una originale scelta effettuata nei tempi antichi. In ogni caso, la costruzione si presenta oggi ampiamente rifatta, nella divisione interna e nelle facciate, secondo lo stile eclettico in gran voga nel secolo scorso, quando la costruzione passò da residenza dei marchesi Falletti (a cui era ininterrottamente appartenuta fin dalle sue origini) a proprietà dell'Opera Pia Barolo alla quale fu trasmessa, per legato, dell'ultima proprietaria, marchesa Giulia Colbert, moglie dell'ultimo marchese di Barolo, Tancredi Falletti.
Il castello, oggi di proprietà comunale è sede dell'Enoteca regionale del Barolo, di mostre d'arte, di un museo ed iniziative varie.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.
D. Massè, Il paese del Barolo, ristampa anastatica, Alba 1976.