Chiesa di Cristo Re
La costruzione della nuova chiesa parrocchiale del Cristo Re avviene nell'area dell'ex Fornace Sorba, posta in posizione quasi baricentrica rispetto alle due principali linee di espansione della città verso sud, costituite da Corso Italia e Corso Piave, in passato già oggetto di precedenti proposte di riorganizzazione e lottizzazione. I primi progetti per questa zona vengono fatti dal geometra Roberto Cappellano nel primo dopoguerra, ma la decisiva definizione di quest'area viene messa in atto nei primi anni Cinquanta con la costruzione dell'edificio parrocchiale dell'architetto Giovanni Oreste Dellapiana e, in seguito, negli anni Settanta, con il complesso edilizio a opera di Ignazio Gardella(cfr. scheda nella sezione Novecento). Nel progetto di Dellapiana per l'organizzazione della piazza, la nuova chiesa assume un'importanza enorme perché svolge un ruolo catalizzante: non è soltanto un luogo per la preghiera, ma un edificio costruito a dimensione di una nuova comunità, quella da poco insediatasi in quel territorio posto a lambire la collina, che si riconosce e si ritrova nei rituali religiosi e sociali comuni, che si svolgono intorno al nuovo sagrato.
L'edificio, in cemento armato e mattoni, è costruito su un impianto rettangolare; include un'aula con cappelle laterali. Il disegno della facciata è semplice, ma presenta alcuni elementi interessanti, come la linea spezzata della struttura a sostegno della copertura degli accessi, che ritorna anche all'interno e sui fianchi della chiesa, la fine tessitura dei mattoni, i brevi tagli che danno luce all'interno, la sottolineatura dei nodi strutturali importanti segnalata dal contrasto dei materiali.
L'organizzazione dell'edificio, sia dal punto di vista architettonico sia da quello liturgico, riflette il dibattito sull'architettura religiosa vivacissimo negli anni della costruzione che sfocerà nelle riforme del Concilio Vaticano II. Un marcato interesse per le forme delle chiese agli albori del cristianesimo come simbolo dell'idea di comunità è anche la cifra compositiva tipica della ricerca dell'architetto Dellapiana, autore di molte chiese in area piemontese.
Giovanni Oreste Dellapiana (1895-1974) svolge un ruolo importante ad Alba non soltanto come architetto e studioso (a lui si devono due fondamentali testi sul Macrino e la mostra di arte sacra svoltasi nel 1935), ma anche come politico: riveste la carica di presidente della commissione di Edilizia e Ornato dal 1948 al 1955. Chiusa la parentesi politica, si impegna, su incarico della Curia albese, nella costruzione di edifici religiosi, attività che lo coinvolgerà non soltanto in Piemonte ma anche in America Latina. Delegato della Soprintendenza ai monumenti del Piemonte per la città di Alba, è autore di numerosi restauri. L'attività di pittore occuperà l'ultima parte della sua vita.
Bibliografia
Alba: lettura della metamorfosi di una città nel nostro secolo, numero speciale di Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e Architetti di Torino, n°1 gennaio 1981.
CAMINITI Guido, VIOGLIO Fernando, Lo sviluppo urbano, in: (a cura di PARUSSO Giulio) Palazzo e città - Alba 1945-1975, ed. Araba Fenice, Boves 2005, pag. 245-325.