Castello di Mango
La denominazione più corretta da attribuire alla costruzione che domina il paese, non volendo usare il termine "residenza castellata", forse giustificato perché si tratta di nulla più di una residenza signorile, sia pure con sagoma richiamante un castello, sarebbe quello di "palazzo", indubbiamente la più aderente al tipo architettonico. Tuttavia, come in molti altri casi, viene usato il termine piemontese di "castello", impiegandolo nella più vasta accezione che tale vocabolo ha nella regione, dove è utilizzato non solamente per indicare un edificio con caratteristiche fortificatorie, ma anche qualsiasi monumento che abbia origine signorile: al limite, ogni costruzione dominante.
Quello di Mango è infatti un "castello" sorto molto tardi, nel 1630, e con intenti tutt'altro che guerreschi, ad opera dei marchesi di Busca. Data l'epoca, e i proprietari, non voleva essere altro che una grande residenza nobiliare, al centro di una zona in cui i costruttori vantavano estesi interessi. E tuttavia, non solo l'edificio fu sagomato - in pianta e in alzato - come un castello rinascimentale, con quattro "torri", in realtà sporgenze dei corpi di fabbrica agli spigoli, angolari quadrate, ma ricalcò particolari militari persino nelle rifiniture, come ad esempio nella scarpatura, l'inclinazione della parte inferiore del muro esterno adottata in molte costruzioni fortificate per rafforzare alla base il muro e per rendere meno agevole il suo attacco e diroccamento all'attaccante. Si potrebbe quindi pensare, più che a una costruzione barocca sorta dal nulla, a un antico complesso rinascimentale o tardomedioevale, riattato in epoca seicentesca con la cimatura delle torri, la perdita delle merlature e l'apertura nelle cortine di finestre adatte a una nuova funzione.
Evidentemente, la destinazione a punto fortificato del luogo aveva creato una tradizione difficile da rompere.
Dove oggi sorge il "castello" di Mango esisteva infatti, anticamente, una torre le cui origini erano abbastanza antiche: risaliva, in effetti, al 1280. Tale torre, dominante per secoli l'abitato, era andata distrutta all'inizio del XVII secolo. Al suo posto, i marchesi di Busca decisero quindi di erigere l'attuale edificio. Il quale, ben presto portato a termine, è arrivato senza molte trasformazioni (almeno nell'apparato murario) fino ai giorni nostri. Oggi è sede dell'Enoteca regionale del Moscato.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.