Torre del palazzo Belli
Il palazzo Belli nasce, come numerose altre residenze signorili albesi, dalla aggregazione, avvenuta nel Cinquecento, di cellule medioevali di differente qualità e dimensione. La presenza della famiglia Belli nella città di Alba è documentata a partire dall'inizio del secolo XV e a questo periodo si deve fare risalire la sistemazione del lotto nella forma attuale e vennero conservate e utilizzate buona parte delle preesistenze.
La torre che esisteva in loco, persa la sua funzione, venne abbassata, se già non lo era, all'altezza della nuova costruzione e non è più rilevabile all'esterno. Solo le murature possenti, che percorrono in verticale tutti i piani del palazzo, testimoniano la sua esistenza.
La forma della pianta è quadrata regolare con i lati di 4,5 m. e uno spessore delle pareti, pure regolare, di 120 cm. Una torre che doveva essere di ridotte dimensioni in altezza anche solo per questioni di stabilità. Queste caratteristiche la distinguono dalle altre torri, sempre di dimensioni maggiori, la rendono paragonabile alla torre Demagistris.
Il quadro del Palazzo Comunale e il Theatrum Sabaudiae non riportano nessuna notizia della torre confermando indirettamente che la costruzione del Palazzo, con l'utilizzazione di strutture preesistenti, avvenne in epoca precedente al Seicento.
La base della torre si presenta a filo della via Maestra confermando l'abitudine medievale ad edificare questi edifici sulla strada, onde aumentarne le potenzialità difensive e il significato di prestigio nei confronti delle altre famiglie signorili.
Bibliografia
Per chi desiderasse approfondire lo studio architettonico delle torri, case-torri,residenze medievali si consiglia la consultazione di:
A. Cavallari Murat (a cura di), Tessuti urbani in Alba, Alba 1975;
G. Cravero - M. Piacentino, Alba Medioevale, Tesi di Laurea, facoltà di Architettura, Politecnico di Torino a.a. 1979-80.
Egle Micheletto (a cura di) Una città nel Medioevo, Famija Albeisa, 1999.
Tutti i volumi sono consultabili presso il Centro Studi "Beppe Fenoglio".
Sui singoli edifici sono stati effettuati studi e tesi di Laurea consultabili sulla rivista Alba Pompeia e presso la Biblioteca Civica.