Complesso albertino di Bra, Pollenzo
Il complesso architettonico di Pollenzo, voluto dal Re Carlo Alberto a partire dal 1838 e appartenente al patrimonio privato della Corona sabauda, rappresenta, nel contesto delle Langhe e del Roero, un "unico" particolare ed eccezionale e si compone di vari edifici che hanno inglobato, completamente riplasmandolo, l'antico castello medievale.
Lo stile neogotico che caratterizza il Castello, l'Agenzia, la Chiesa fanno apparire l'insieme come una costruzione medievale, ma, in realtà, si tratta di costruzioni ottocentesche.
Pollenzo, frazione di Bra, sulla riva sinistra del Tanaro, è l'erede, nel nome e nell'ubicazione, della colonia latina di Pollentia, fondata nel 170 a.C. nel territorio dei liguri bagienni a scopo di presidio e controllo delle strade romane e del territorio che comprendeva Alba Pompeia, Hasta, Augusta Bagiennorum e Augusta Tourinnorum. Sul suo territorio si combatté la battaglia di Pollenzo tra le truppe romane al comando di Stilicone e i Visigoti di Alarico nel 402 d.C.
Dell'epoca romana Pollenzo conserva i ruderi dell'anfiteatro e altri imponenti resti.
Venuta meno la sua importanza per la decadenza dell'Impero, sovrastata nel medioevo da Alba e Asti, fu distrutta dagli Astesi nel 1295.
Ricostruita successivamente, fu dei Costanzo di Alba, poi dei Porro, nel 1433 dei marchesi di Saluzzo, passando quasi subito ad Antonio di Romagnano che nel 1448 giurò fedeltà ai Savoia; nel 1832 la tenuta reale di Pollenzo entrò a far parte della proprietà privata di Carlo Alberto.
Fu un Porro a costruire nel 1385 un castello nel luogo che ospita l'attuale, castello riassorbito dalla ricostruzione Albertina; ne resta, quasi intatta, la bella e poderosa torre rotonda, ancora oggi visibile all'interno del complesso e replicata nel complesso dell'Agenzia.
Il castello albertino vide l'amore tra Vittorio Emanuele II e Rosa Vecellama, la "Bela Rosin" divenuta poi moglie morganatica. Con il titolo di Conte di Pollenzo Vittorio Emanuele III partì per l'esilio dopo l'abdicazione al regno nel 1945.
Le costruzioni albertine
Il Castello
Il castello fu costruito tra il 1832 e il 1838 in stile neogotico dall'architetto Pelagio Palagi con l'elaborazione, per la facciata, dell'architetto Carlo Sada.
La complessa vicenda della costruzione, della decorazione, degli arredi è stata ricostruita con dovizia di particolari dalla pregevole pubblicazione a cura di Giuseppe Carità Pollenzo, una città romana per una Real villeggiatura romantica, edita nel 2004, in occasione dell'inaugurazione dell'Agenzia di Pollenzo, consultabile presso il Centro Studi, e a cui si rimanda.
L'Agenzia
La seconda componente strutturale del complesso albertino è costituita dall'Agenzia che ha origine da una molteplicità di esigenze: la sperimentazione in campo vitivinicolo, un centro direzionale che coordinasse tutte le attività dell'immensa tenuta con cascine agricole, come l'Albertina, disseminate nel complesso, la prospettiva di sviluppare in modo organico l'attività vinicola per cui non era più idonea e sufficiente l'antica cantina del castello, peraltro destinata a cucina.
Il progetto del nuovo complesso venne affidato all'architetto Ernest Mellano dell'Ufficio d'Arte dei Regi Palazzi che il 4 gennaio 1838 presentò un progetto relativo alla fabbrica della Agenzia delle regie tenute di Pollenzo che articola differenti funzioni nel quadrilatero, sistemato su due piani, tra cui una scuderia per 40 cavalli.
Il complesso venne terminato nel 1841 e costituisce il nucleo ora ristrutturato su progetto dell'architetto Giuseppe Carità,e destinato, per iniziativa di Slow Food e delle Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, con la partecipazione ed il sostegno di numerose società private ed enti pubblici, all'Università di Scienze Gastronomiche. La nuova Agenzia di Pollenzo è stata inaugurata ai primi di maggio del 2004 (per informazioni www.unisg.it).
Della chiesa si tratta, sempre in questo sito, alla voce Patrimonio artistico, Edifici religiosi.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.
G. Carità (a cura di) Pollenzo, l'Artistica editrice, Savigliano 2004.