Cimitero urbano
In un periodo estremamente ricco di cambiamenti per la fisionomia della città, nei primi anni Cinquanta dell'Ottocento, la Municipalità è chiamata a prendere delle importanti decisioni anche riguardo alla sistemazione del Camposanto fuori della Porta del Soccorso, edificato nel Settecento grazie ad un parziale smantellamento delle fortificazioni, che necessita di essere ampliato e ammodernato. Piuttosto che ingrandire quella già esistente, tra l'altro continuamente vessata dalle inondazioni del vicino torrente Cherasca, il Consiglio Comunale decide di realizzare una nuova struttura, e incarica una commissione di individuare l'area più adatta alla nuova costruzione. Nel 1853 viene scelto definitivamente un appezzamento di terreno, in posizione elevata ed a distanza di un chilometro circa dall'abitato, situato nelle vicinanze del Molino del Vivaro, e, nello stesso anno, il Comune affida a Giorgio Busca il compito di progettare la nuova struttura. L'architetto albese trae ispirazione, per la struttura distributiva, dal disegno per il nuovo Cimitero Monumentale di Torino, che Gaetano Lombardi aveva iniziato a costruire a partire dal 1826. Il progetto del Busca è organizzato in forma di ottagono, con un monumentale porticato lungo tutto il perimetro, che sarebbe dovuto essere completato da una zoccolatura a scalea e da una chiesa. Ragioni economiche spingono, infatti, ad una riduzione del progetto originale, e il cimitero viene limitato alla sola struttura ottagonale inserita però all'interno di un perimetro quadrato. In piccoli fabbricati addossati al muro di cinta trovano posto i servizi, mentre per la cappella si decide di lasciare un ampio spazio al centro dell'area.
L'edificio realizzato entra a pieno titolo nella consueta produzione del progettista: la composizione è chiara, ispirata a criteri classici. Preciso ed equilibrato lo schema gerarchico composto dalle varie parti della struttura: agli angoli dell'ottagono porticato sono collocati otto cenotafi cilindrici; coperti con cupolette ed illuminati dall'alto con lanternini; quattro padiglioni in forma di tempietto sono sistemati in corrispondenza degli assi centrali. L'insieme è ritmato e regolare; le colonne tuscaniche prive di base, realizzate in laterizio, fanno da contrappunto allo sfondo intonacato, vivacizzando l'insieme. In seguito ad una polemica durata quattro anni (dal 1868 al 1872) con l'avvocato Mermet, Busca è costretto a chiudere gli accessi porticati a giorno posti nei quattro settori angolari in modo da aumentare il numero delle sepolture, togliendo così leggerezza ed ariosità all'insieme.
L'apertura ufficiale del Nuovo Cimitero avviene nel 1858, dopo il compimento dei lavori nel primo dei lotti che compongono la struttura. Gli altri lotti saranno realizzati nel 1862, nel 1867 e oltre, fino a compimento dei lavori.
Giorgio Busca (Alba, 1818-1977), Frequenta l'Università di Torino e si laurea in Architettura Civile il 7 luglio 1841, con una tesi discussa con Ferdinando Bonsignore, progettista della Chiesa della Gran Madre di Torino. Immediatamente dopo la laurea, inizia la sua brillante carriera come politico e come architetto. Nel 1845 fa parte del Consiglio di Ornato, e nel febbraio del 1848 entra nel Consiglio aggiunto. Il 19 settembre 1854 viene nominato sindaco dal Re, carica che mantiene fino al 16 novembre 1865.
Fra le sue opere architettoniche ricordiamo il Teatro Sociale, il Ginnasio Liceo Govone, Palazzo Porro, il Cimitero Urbano e la facciata del Seminario Maggiore.
Bibliografia
CAVALLARI MURAT, Augusto: Tessuti urbani in Alba, Città di Alba, 1975.
VIGLINO DAVICO, Micaela, PARUSSO Giulio: Giorgio Busca architetto e la città di Alba nell' Ottocento, Cassa di risparmio di Cuneo, Famija Albeisa, 1989.
VIGLINO DAVICO, Micaela (a cura di Gianfranco Maggi): Alba 1848 - 1898, con contributi di Elena Dellapiana, Laura Guardamagna, Vittorio Rapetti e Giancarlo Subbrero, ed.Piazza, Torino 1994.