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Piazza Savona

Il progetto della Piazza Savona, fa parte dell'ampliamento fuori della Porta di San Martino che era stato discusso a partire dall'approvazione, nel 1829, del cosiddetto Piano Vandero.
Il progetto prevedeva l'erezione di un complesso edilizio intorno ad un rondò e lungo le adiacenze dell'antico borgo; tuttavia, l'iniziale soluzione proposta dall'ingegnere Secondo Vandero non provvedeva ad un adeguato sfruttamento dei lotti edificabili. In seguito a vari studi per l'attuazione di modifiche, rimaste però senza esiti, nel 1844 lo stesso Vandero viene incaricato di proporre una nuova soluzione, che resta però insoddisfacente per la Municipalità, che incarica l'architetto Giorgio Busca di pensare ad un riadattamento del progetto. Il 28 ottobre 1844, l'idea elaborata da Busca viene presentata al Consiglio di Ornato, insieme ad una relazione che illustra i criteri progettuali, basati su una regolare e simmetrica disposizione delle fabbriche. Il progetto prevedeva che il prolungamento formato dalle fabbriche contornanti la nuova piazza fosse il meglio possibile collegato alla adiacente parte della Città; che queste fabbriche fossero della maggiore regolarità perché più facilmente si trovi chi voglia eseguirle; che questo progetto fosse suscettibile di una regolare ampliazione, ove col tempo occorresse; essendo questa la parte della Città più adattata, e direi quasi l'unica nella quale si possa la medesima operare. La nuova piazza porticata si allinea ai modelli importati dalla capitale, che caratterizzano le trasformazioni cittadine in quegli anni, ed è rettangolare, con lotti facilmente edificabili. L'innesto della strada di San Cassiano, così come quello della strada provinciale che porta a Savona, vengono raccordati attraverso un'esedra (che appare nel disegno di Busca del 2 maggio 1846, una variante presentata in un secondo progetto) che conclude la piazza verso l'esterno. Il progetto di Busca, messo a confronto con quello Vandero nella seduta del Consiglio d'Ornato del 10 febbraio 1845, mette in luce la capacità dell'architetto albese di riuscire ad individuare delle soluzioni nell'organizzare gli spazi, di matrice classica, tese ad eliminare ogni senso di irregolarità e disordine. Per queste ragioni il progetto Busca viene scelto per essere realizzato, nonostante esso sia difforme dal Piano Regolatore vigente.
Le soluzioni architettoniche per gli edifici che devono sorgere negli isolati che daranno nuova immagine alla piazza vengono definite fin dal primo progetto che Busca propone: si tratta di blocchi a tre piani fuori terra, porticati, che presentano in facciata un'alternanza di finestre e balconi ad interassi costanti, arricchiti sugli angoli e nella fascia del piano terreno da elementi bugnati. In un primo momento i portici erano stati pensati con colonne binate, poi sostituite da semplici pilastri coronati da sobri capitelli. Il complesso verrà edificato per lotti, secondo dei progetti esecutivi curati dallo stesso Busca a partire dal 1846. Sono previsti dei fabbricati civili sul fronte piazza ed edifici sussidiari sui fronti retrostanti e sui laterali; il tutto viene però curato in ogni dettaglio con la stessa attenzione per quelle istanze di ordine, qualità, regolarità costruttiva ormai introdotti nell'architettura albese.
Giorgio Busca (Alba, 1818-1977), Frequenta l'Università di Torino e si laurea in Architettura Civile il 7 luglio 1841, con una tesi discussa con Ferdinando Bonsignore, progettista della Chiesa della Gran Madre di Torino.
Immediatamente dopo la laurea, inizia la sua brillante carriera come politico e come architetto. Nel 1845 fa parte del Consiglio di Ornato, e nel febbraio del 1848 entra nel Consiglio aggiunto. Il 19 settembre 1854 viene nominato sindaco dal Re, carica che mantiene fino al 16 novembre 1865.
Fra le sue opere architettoniche ricordiamo il Teatro Sociale, il Ginnasio Liceo Govone, Palazzo Porro, il Cimitero Urbano e la facciata del Seminario Maggiore.

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