Castello di Castiglione Falletto
Il castello di Castiglione Falletto è uno dei più antichi della zona, risalendo all'inizio dell'XI secolo se non prima. La prima data in cui il castello compare come già costituito, è infatti quella del 31 luglio 1001, quando il nome della località e della sua fortificazione compaiono in un diploma dell'imperatore Ottone III con il quale il sovrano concedeva Castiglione ad altri castelli dell'Albese al marchese Olderigo Manfredi, conte di Torino.
Non si trattava, naturalmente, della costruzione attuale, anche se ne occupava più o meno l'area. Tale edificio sorse, forse su fondamenta più antiche, nei secoli successivi, in cui la fortificazione passò più volte di mano e fu al centro di numerosi episodi bellici e di varie contese, soprattutto tra artigiani e monferrini.
Venne fatto costruire da Bertoldo Falletti di Alba, a cui pervenne in feudo nel 1225 da Alasia di Saluzzo, in ricompensa per i servizi prestati in alcune guerre. I Falletti, il cui nome venne aggiunto a quello del comune, lo tennero sino alla fine del XVII secolo. Venne poi in possesso dei Caramelli e dei Clarotto e infine, nelle seconda metà del XVIII secolo, passò al poeta arcadico Giuseppe Cerutti che lo restaurò.
Di questa costruzione medievale restano, più o meno, i capisaldi: vale a dire le grandi torri rotonde, due a tutt' altezza e una pensile sorgente sullo spigolo di un fabbricato, l'impostazione pianistica. Il corpo del castello venne invece rifatto in epoca recente, cioè nel secolo XIX, adattandolo a residenza signorile di campagna.
Così oggi l'edificio si presenta, più o meno, come il Gonin lo ritrasse verso la metà dell'Ottocento: tre grossi torrioni tondi, un altro, ancora più imponente, torrione centrale - sempre tondo -, raccordati da un fabbricato dalla pianta complessa, ma dalla facciata semplice e liscia, assai più basso delle torri stesse. Uniche variazioni significative, rispetto a quanto disegnato dal Gonin, la decorazione del mastio centrale, a quadruplice giro di archetti aggettanti, che risulta oggi sparita pressoché totalmente, e la scomparsa dei tetti fortuna proteggenti i mozziconi delle torri angolari, che ora si presentano nude alle intemperie.
Dal punto di vista pianistico e compositivo, cioè da quello più specificatamente architettonico, l'impostazione è quella della fortificazione collinare, a pianta irregolare per adattarsi alla situazione orografica, con mastio centrale e protezione degli spigoli più vulnerabili mediante torri angolari tonde.
Tale caratteristica risulta quasi eccezionale, per la zona; un impianto come quello di Castiglione, ha torri tutte di pianta circolare: mentre è più frequente negli esempi viciniori (Serralunga, visibile a pochi chilometri di distanza, al di là di un avvallamento, Grinzane, Barolo, e così via) l'associazione di torri tonde con poderosi masti, o torrioni angolari, talvolta, quadrati o poligonali, mancando comunque totalmente, in area piemontese, la preferenza per un unico tipo di torre nell'impianto di uno stesso castello.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.
W. Accigliaro, G. Boffa, D. Destefanis, Castiglione Falletto, Cavallermaggiore, 1993.