Castello di MontÃ
Il caso di Montà è tipico di tante e tante costruzioni della zona: un'antica presenza fortificata, poi trasformata in epoca barocca in residenza signorile. Con in più la variazione, anche questa frequente, di ulteriori abbellimenti ottocenteschi.
Infatti la primitiva fortificazione di Montà, un piccolo castello, appare alla ribalta della storia verso il XII secolo: una costruzione in mattoni, con torri tonde, fossato e ponte levatoio. Tale edificio passò un secolo e mezzo dopo ai Roero, verso il 1363 subì un certo ampliamento, a cui ne seguì un altro in seguito al passaggio del castello ad un'altra famiglia, quella dei Malabayla, da questi agli Isnardi.
Gli Isnardi, infine, dovevano legare il proprio nome alla modifica dell'intero complesso, trasformato da Francesco Isnardi, nel Seicento, in una graziosa e leggiadra casa di villeggiatura. Senza distruggere del tutto l'aspetto fortificato della costruzione preesistente, sia pure con la perdita degli elementi più significativi: merli, ponte levatoio, fossato, il riattamento del 1650 diede però all'insieme l'aspetto di villa, dalle severe facciate in mattoni, che tuttora mantiene.
L'Ottocento doveva poi portare altri, e altrettanto significativi cambiamenti: in parte all'interno, con elaborati stucchi e affreschi, in parte all'esterno, dove venne creato o almeno organizzato di bel nuovo, il parco all'inglese che a tutt'oggi è uno degli elementi più caratteristici del monumento. La patente di nobiltà che Re Carlo Alberto concesse nel 1835 al nuovo proprietario del castello, Bonaventura Morra di Lauriano, che aveva comperato l'edificio cinque anni prima e vi aveva fatto seguire gi anzidetti lavori, fu il degno coronamento dell'opera.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.